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La F.1 corre inseguita dai coyote, canis latrans, del deserto

Con i 5-6 gradi di temperatura nella notte nel deserto del Nevada la F.1 avrà i suoi “grattacapi” per adeguarsi ad una condizione atmosferica che sinora non era stata mai incontrata, specialmente per la gara.

Nell’organizzare questo penultimo e per certi aspetti inutile appuntamento al fine dei campionati mondiali già abbondantemente assegnati nel monopolio della Red Bull- Verstappen, si è badato sopra tutto all’aspetto “coreografico” per accorgersi poi che le condizioni climatiche sono e saranno, per certi aspetti, estreme.

Il mandare in temperatura i battistrada ed i dischi freno sarà cosa molto ardua e si stima che per le qualifiche possano essere necessari anche tre giri di lancio prima di tentare l tempo di qualifica.

Condizione che almeno in Q1 ed anche in Q2 darà di sicuro delle problematiche di intensità nel traffico in pista con qualche stravolgimento nello schieramento finale.

Il fornitore unico ha portato coperture che si ipotizzano essere più che adeguate anche in funzione dell’asfalto che risulta essere un pò troppo nuovo per quanto riguarda la trasudazione dei suoi componenti volatili e quindi non creare dei momenti di scarsa aderenza.

I responsabili del settore PU e quelli dei freni avranno di che fare, nelle tre sessioni di prove libere, per capire quale dovrà essere il livello di parzializzazione delle condutture sia per il raffreddamento sia per l’espulsione dell’aria che sarà caratterizzata da una densità maggiore proprio per lo sbalzo termico in essere.