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Automobilisti modenesi chiedete una vera mobilità. Protestate

In Francia solo al sentore di qualche voce che voleva penalizzare il mondo del trasporto e della mobilità gli automobilisti hanno manifestato il loro dissenso ed hanno fatto sentire la loro voce.

Poi però le cose hanno assunto un aspetto elefantiaco accompagnato dalla penetrazione dei soliti fomentatori e distruttori.

Mentre condividiamo e sollecitiamo la prima parte del come esporre il proprio dissenso e cassiamo il poi, notiamo invece la sudditanza degli automobilisti italiani e modenesi in particolare a subire passivamente il sopruso e le vessazioni cui si viene sottoposti senza neanche esprimere nelle sedi opportune il proprio pensiero.

Ogni giorno si assiste a qualcosa di “malware”, nell’ambito della mobilità e delle limitazioni cui la stessa viene sottoposta, senza che si senta una voce, un commento su quello che si può definire, anche un sperpero del denaro pubblico, con la realizzazioni di infrastrutture che limitano la mobilità, intesa nel significato intrinseco del vocabolo stesso, e fanno incrementare la percentuale delle azioni repressive alla mobilità senza che tali soluzioni portino ad un miglioramento della situazione.

Un silenzio che favorisce l’aspetto della criminalizzazione diffusa, nel pensiero comune che coinvolge il settore senza che vi sia invece un qualcosa di positivo come supporto a far si che la mobilità, oltre ad essere tale, diventi un aspetto positivo del vivere quotidiano e non solo negatività.

Il proverbio che dice “chi tace acconsente” si applica perfettamente al dare risonanza all’ ideologia della politica di settore che manifesta come vi siano poteri decisionali che non sono all’altezza della situazione e quindi evitano di decidere, di diventare propositivi, in quanto impauriti da possibili prese di posizioni con ricordi alla magistratura.