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G.P. Baku basilare per gli equilibri in F.1

Sono i 2200 metri del rettifilo principale di Baku ad essere alla base delle decisione tecniche e strategiche con cui affrontare la prima delle gare che fanno parte del secondo pacchetto in cui viene suddiviso il mondiale di F.1, che sembra essere definitivamente stabilito in soli 22 appuntamenti visto che non si è trovato ne il tempo ne lo spazio ne i soldi, da parte di un organizzatore, per recuperare il G.P. di Russia annullato per i ben noti motivi.

2200 metri cui si contrapporgono i rimanenti circa 3800 metri di tracciato tortuoso quando le monoposto si arrampicano al bordo della città vecchia andando a ricordare, per certi aspetti il G.P. di Monaco che è stato un fulcro di polemiche inimmaginabili a dimostrazione dell’abbassamento dei valori della F.1 viste le evoluzioni che si sono rese necessarie a seguito degli eventi della vita nel passato recente.

Potenza motore, ricarica e sfruttamento della potenza aggiuntiva dettata dall’ utilizzo dell’elettrificazione, nonché aerodinamica sono i cardini di una parte della programmazione di questa prima trasferta, in due settimane, cui bisogna far combaciare strategie di gara e miglior sfruttamento delle gomme messe a disposizione da parte del fornitore unico.

Non ultima la valutazione delle condizioni del clima per vento e temperatura dell’asfalto che si sta dimostrando uno dei parametri che intervengono maggiormente sullo sfruttamento dei battistrada con formazioni di degradi più o meno importanti che richiedono, pioggia a parte, gli aggiornamenti più evidenti nella evoluzione delle strategie previste.

Altra cosa, che però non dovrebbe implicare situazioni anomale, fatta salva l’implicazione delle tempistiche per l’effettuazione dei pit stop, una modifica, dettata da motivi di sicurezza, nel disegno complessivo della corsia box in tutta la sua lunghezza dall’ in all’ out.

L’interesse maggiore è ovviamente quello del comportamento da parte dei due, forse tre team che dovrebbero rappresentare l’asse agonistico del fine settimana. Da una parte Red Bull che è impegnata nel concretizzare un piano di fuga in testa ai due campionati iridati, dall’altra la Ferrari che si deve riscattare da una serie di errori che l’hanno fatta “precipitare” nel ruolo di inseguitrice ed infine la Mercedes che si trova alla volta di un ultima spiaggia per vedere se l’evoluzione del progetto W13, sul tratto veloce in particolare, può consentire di diventare una sorta di ago della bilancia per la definizione dei campionati a fine anno.

Poi a latere della parte agonistica la miriade di polemiche insinuazioni e scelte programmatiche che contrappongono i biga che litigano tra di loro e le squadre di rincalzo che si vedono a fare i conti con il portafoglio, come la Haas che ha dovuto ricostruire una monoposto andata distrutta a Monaco.

Ultima cosa il ripristinare decisioni che devono essere rapide per non addormentare l’interesse sulla F.1,proprio come è successo a Baku l’anno passato ed a Monaco due settimane orsono.