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FERRARI F1

La Ferrari F.1: ma è veramente italiana

Il made in Italy della Ferrari, per la F.1, è veramente molto aleatorio. Il miglioramento ottenuto su questa monoposto è di certo da inserirsi nell’innovativo stage di tecnici che provengono da tutte le nazioni e le università del mondo dove li “trova” De Munck che è l’organizzatore di questo rinnovamento di uomini che vengono da prima immessi all’interno Engineering Accademy dove vengono formati e per la maggior parte inseriti proprio nel settore delle competizioni.

Anche coloro che sono al vertice del muretto sono per il 50% provenienti da università e squadre estere e raggiungono questo “vertice” dopo aver dimostrato le loro effettive qualità all’interno della GES.

Anche se poco citato, bisogna ricordare Wolf Zimmerman che si può definire colui che ha ispirato le innovazioni che stanno rendendo vincente il nuovo 066/7 denominato “superfast”, anche se lo stesso, rispetto al progetto originale che era molto più avanzato rispetto a quello che è arrivato in pista, ha dovuto tenere conto di un fattore imprescindibile a fronte delle prestazioni “assolute”, ovvero l’affidabilità sulla lunga distanza, almeno 7000 km. senza perdere potenza.

Zimmerman, che lavora in sintonia con Thierry Baritaud, francese responsabile del settore sovralimentazione, elettronica e motorizzazione elettrica, ha un altro pregio: ha saputo leggere alla perfezione in regolamento tecnico per quanto riguarda le componenti del motore.

Ha intuendo quelle che sono le componenti del motore la cui sostituzione è limitata e può far perdere posizioni sullo schieramento se si superano le 3 unità usate nell’anno, da quelle che si possono utilizzare liberamente per quanto riguarda il loro numero, uno per ognuno delle gare in calendario, per rendere più personalizzato lo stesso esemplare di motore per l’erogazione della coppia e la potenza massima necessarie ad hoc.

Questo progettista ha evidentemente colpito nel segno visto che anche le squadre di “supporto” Alfa Romeo e Haas, che sono motorizzate con questa “novità” hanno dimostrato di essere diventate molto più competitive rispetto al passato. Tanto che l’Alfa Romeo sta diventando sempre più presente tra i primi 10 piloti di classifica.