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Chiamiamola solo AUTO di mobile a Modena non ha nulla

A Modena la 4 ruote che rappresenta il fiore all’occhiello della Motor Valley bisogno solo chiamarla auto. Solo auto perché di mobile ha poco o niente a causa delle carenze rappresentate dal come è definita la mobilità in città.

Più che mobilità bisognerebbe chiamarla “immobilità” in funzione delle gestioni del traffico che sono sancite dal come funzionano annessi e connessi, in cui vi sono più i tempi in cui un auto sta ferma per il nulla, a quelli in cui si muove come dovrebbe essere e per il come è stata creata ed è utilizzata.

Tra in “creatori” di immobilità del traffico vi è lo stesso “Gigetto” che, invece di essere un elemento di mobilità sostenibile, diventa un elemento di inquinamento per le lunghe file che provoca nella viabilità ordinaria.

Quello che stupisce è il come a Modena si faccia un gran can can per la mobilità autonoma ma nello stesso tempo da questi studi, di cui si vedranno gli effetti solo oltre i prossimi decenni per avere una vera influenza sul miglioramento dei traffico, non si riesca ad estrapolare una variante da poter applicare a quella che è la “immobilità” del traffico di oggi per passare dall’immobilità ad una mobilità che diventerebbe più sostenibile nella gestione dei flussi del traffico in particolare per buona parte della giornata, fuori dagli orari di punta.

Trovare quelle soluzioni per il miglioramento del traffico in essere in cui, in alcuni punti cruciali si potrebbero effettuare “rivoluzioni” a costo zero. Proprio questo: costo zero, forse, è il vero problema perché se è il costo è zero nessuno ci guadagna, extra compresi.

Più semplice allora applicare delle proibizioni alla mobilità delle auto, invece di trovare le soluzioni fatte salve le demagogiche parolone come ” mobilità sostenibile”, ovvero i pericolosi monopattini, per le loro caratteristiche tecniche, e le biciclette elettriche, spesso utilizzate da persone anziane che non hanno l’abitudine ai tempi di reazione necessari, alle velocità raggiunte a fronte di quelle normali e più lente dovuta alla faticosa pedalata.

Gli stessi fondi che sono a disposizione per l’acquisto degli stessi sarebbe meglio che fossero, almeno in parte, dedicati a migliorare, se non risolvere, quanto di errato è in essere all’interno del concetto di mobilità, a partire dalla condizione delle strade.

La colpa, sia ai livelli di vertice locali di mobilità, sia nell’utilizzazioni di questi mezzi, è pur sempre da ascriversi al creatore ed all’utilizzo degli stessi, ovvero l’ essere umano che non presta quelle che sono le azioni necessarie in essere.

Il voltarsi dall’altra parte peggiora solo le situazioni in essere, compresa la volontà di migliorare le cose, ovvero che l‘auto diventi di nuovo automobile anche in funzione di questo continuare del periodo pandemico che non consiglia l’assembramento sul mezzo pubblico visto che sono tutte le altre tipologie di assembramento che vengono condannate, giustamente.