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Una F.1 è un bicchiere pieno sino all’orlo

Parecchi anni or sono la Ferrari decise di far conoscere quali erano le prospettive di sviluppo tecnico su cui si stava lavorando a Maranello, sia nel settore della produzione di serie sia in quello delle vetture da competizione, le F.1 in particolare.

Non solo, vi era un ufficio tecnico, della casa di Maranello, che era impegnato a supportare sviluppi tecnici in altri settori che arrivavano ad interessare anche dei componenti presenti nell’industria aerospaziale.

Rimanendo con le “gomme” per terra fu presentato e spiegato uno dei concetti che ispirava la progettazione e lo sviluppo di una monoposto di F.1. Ovvero i delicati equilibri che ne caratterizzavano ogni singolo settore di “macro competenza” in cui la più piccola variazione di efficenza e di prestazione dovevano compensarsi andando ad alzare l’asticella del risultato finale.

Un discorso di base fu legato al compendio necessario che vi era in essere in quel momento in cui le prestazioni del telaio in pista non erano all’altezza delle avversarie mentre i motori avrebbero garantito più potenza disponibile.

Incrementare la potenza avrebbe mandato ancora più in crisi il complessivo della guidabili della stessa monoposto in quanto il telaio non era all’altezza.

Nello specchietto riassuntivo, oggi non più valido nelle percentuali presenti per ogni singolo dei dati riportati in ascisse ed ordinate in funzione delle grosse modifiche regolamentari apportate in F.1 per la parte tecnica, lascia intuire che la somma delle percentuali riportate secondo l’asse verticale da sempre uno stesso dato di valore relativo del 100%,

Valore percentuale che deve essere di volta in volta studiato e compensato, in incremento per ogni singolo settore, quando viene portato in pista un miglioramento che eleva il valore, in assoluto, che non è più solo 100 ma va oltre, con un innalzamento dell’asticella.

Ogni progetto di una monoposto di F.1 deve essere considerato alla stregua di un bicchiere d’acqua che è colmo sino all’orlo, raso. Ad ogni goccia di acqua che si aggiunge segue che una goccia equivalente ne esce.

Bisogna pertanto compensare l’altezza, da incrementare, dell’ orlo, adeguando le singole prestazioni percentuali per non vanificare il miglioramento ottenuto in ogni nuovo componente.