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“Guai a voi anime prave. Non isperate mai veder lo cielo”..australe

Guai a voi anime prave.Non isperate mai, veder lo cielo” Scomodare il sommo poeta Dante sembra blasfemo per avvertire gli appassionati di F.1 ed i tifosi della Ferrari in particolare che le aspettative di vedere il “cielo …. australe” sembrano al momento attuale una pia illusione.

Sono i risultati di sintesi di quanto e come ha lavorato la Ferrari, in questo inizio preparatorio della stagione sul circuito catalano del Montmelò, a fronte di quelle che erano i risultati attesi dal team principale Matteo Binotto.

Voto 6, scarso, commenta il responsabile della Scuderia, con un distinguo ben preciso. L’organizzazione del lavoro è stata giudicata molto positiva, senza sbavature, per cui si è meritata un voto interessante, un 8, che fa ben sperare e per ceti aspetti e tranquillizzare.

A tutto ciò non sono corrisposte le aspettative di pista per prestazione assoluta, sul giro di qualifica, tempistiche di percorrenza nella simulazione completa del G.P. ed infine una velocità massima “latente”.

Unica cosa, a parte lo spavento per la rottura più una fascetta, sul primo dei motori usati i pista, che aveva fatto temere il peggio sul livello dell’affidabilità, che invece è stata ottenuta andando a risparmiare le massime prestazioni possibili del propulsore stesso.

Limitazioni sia per il regime massimo, i 15.000 giri concessi dal regolamento, sia per le unità “elettriche” a fronte, invece, della possibilità di sfruttarle al meglio sul giro sia per la ricarica sia per lo sfruttamento del pacchetto di accumulo.

Queste considerazioni sono la prima sensazione, nata dal confronto dei dati raccolti e le considerazioni dei piloti.

Da oggi , al reparto corse inizia l’analisi “puntuale” di tutti i dati raccolti in queste due settimane, ma solo 6 giorni effettivi in pista, per capire se la trasposizione di qualche dato può far migliorare lo sviluppo in galleria del vento e ai simulatori, quello pensionabile e quello inedito da cui far nascere il progetto per la monoposto del prossimo anno.

Mattia Binotto spera che da questo lavoro possa uscire una soluzione di cui sarà possibile intercettare i miglioramenti solo in occasione del venerdì di Melbourne.

Nessuna pia illusione. Piedi saldamente per terra anche se in effetti il morale ha bisogno di una scossa, ma non di un corto circuito.

In molti sono convinti che in Ferrari sia stata data disposizione ai piloti di non mostrare tutte le carte in tavola, esprimibili con la SF1000, ma di lavorare su singoli settori senza far sì che non tutto apparisse.

Unica “soddisfazione”: il come la SF1000 si comporta nelle curve, quelle lente in particolare, per sfruttare meglio le opportunità disponibili dai pneumatici.

Questo settore ha corrisposto alle aspettative, a fronte di quello che era il termine di paragone, il comportamento, nelle stesse condizioni della monoposto dell’anno passato.

E’ mancata, in modo palese, la velocità massima che era stata uno dei fiori all’occhiello della seconda parte della stagione. 2019.

Rimane l’incognita di quanto siano state sfruttate appieno le potenzialità dell’inedito motore 065 che al banco avrebbe superato i 1000cv in ossequio ai 1000 G.P. percorsi nella storia della F.1 o di quanto il drag sia un pò troppo elevato ed abbia inciso negativamente.

La cosa di maggiore attenzione, entro la giornata di giovedì alla sera prima dell’inizio della spedizione delle monoposto, è il saper leggere e il far “rimare” tra di loro in dati oggi in possesso.