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Quando la Ferrari era tutti i giorni sulla carta stampata. Ora non più. Come mai?

All’inizio degli anni 90 uno dei responsabili dell’ufficio stampa della Ferrari, utilizzando le sue entrature nell’abito del servizio analogo presente in Fiat da dove proveniva, fece eseguire uno studio accurato da cui emerse come il nome della Ferrari fosse presente sulla carta stampata tutti i giorni fatti salvi 5 di questi a fronte della normale presenza annua dei quotidiani nelle edicole.

A fronte la stessa Fiat era fortemente distanziata a quota di sole 191 presenze, in giorni.

Fu una valutazione molto importante che trovava conferma nell’interesse che questo Brand creava nei media, quelli scritti, che si concretizzava nella facilità con cui gli sponsor si disputavano gli spazi liberi sulle monoposto che erano il centro dell’interesse.

Ora la presenza sembra essere decisamente meno concreta e questo mostra una serie di interrogativi in quanto tra i due periodi sussiste una certa similitudine: la mancanza di titoli iridati conseguiti.

Di certo vi sono state delle radicali modifiche nella comunicazione generalizzata della F1 che ha perso molto appeal. Anche le metodologie di comunicazione delle notizie sono molto cambiate e per certi aspetti abbastanza criticabili dal punto di vista delle opportunità di “scrittura” che vengono date ai giornalisti, solo a certi giornalisti, poi.

Molto dipende anche dalla mancanza di volontà comunicativa e di personalità da parte di un certo vertice che rappresenta la Ferrari a livello mondiale e viene spesso surclassato a livello internazionale dalle dichiarazioni e dai comportamenti di coloro, avversari, che sanno gestire, anche in modo spregiudicato, certe comunicazioni ed illazioni.

In Ferrari ora si valuta l’esclusività del prodotto applicata sull’esclusività della comunicazione quando invece con un marchio di tale “potenza” la conquista delle pagine dei giornali dovrebbe essere una cosa di una semplicità estrema a fronte della sola ribattuta in tentativi di risposta, qualche volta maldestri, su quanto espresso dalla concorrenza.

Negli ultimi anni la situazione è diventata veramente strana e spesso certe situazioni che sarebbe interessanti vengono contingentate asservendole a quello che spesso si vuole sintetizzare in “riservatezza per il segreto industriale“.

La voce “segreti industriali” che poi è quasi un pubblico dominio da parte di chi è veramente interessati nella concorrenza, la stessa che poi si fa carico in un modo o nell’altro di far trapelare le notizie in un quadro di contrasto, facendole apparire il rovescio negativo della medaglia.