Dal 2010 la Ferrari è andata a mettere sotto contratto i piloti che si erano già effigiati del titolo mondiale piloti di F1. Nell’ordine Fernando Alonso, Sebastian Vettel ed il rientrante Kimi Raikkonen, iridato nel 2007 proprio con la Ferrari.
Nessuno dei tre è riuscito a portare il titolo a Maranello, ne sono mancate le opportunità in particolare per quanto riguarda l’ avere una monoposto decisamente competitiva ed in alcune occasioni anche essere liberi dagli errori relativi alle strategia di gara. In qualche caso liberi dagli errori che hanno commesso in un accesso di agonismo anche un pò fratricida. L’ultimo episodio, che non è stato comunque determinante, tra Leclerc e Vettel.
Proprio di recente un paio di autorevoli personaggi della F1 hanno chiaramente espresso delle opinioni relative alle percentuali di competenza per il successo finale sancendo che la parte tecnica è predominante al fronte di quella umano, ovvero il pilota. C’è una percentuale nebulosa e a cui nessuno fa riferimento è quella relativa alla gestione degli strateghi o questa è già inserita in quella messa in competenza dell’aspetto umano che abbiamo sintetizzato il pilota.
Quella da definire è la percentuale con cui i piloti possono intervenire sullo sviluppo della monoposto, prima di parlare della sua personalizzazione alle singole necessità di guida. Qui, oltre alle rispettive qualità personali, è molto importante ogni singola esperienza alla guida delle monoposto di F1 e l’interazione con ogni singolo tecnico che ha la responsabilità della messa a punto e poi dall’attimo in cui la monoposto esce dal box per prove e gara.