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G.P. di Germania caleidoscopio di tecnica per il giro di boa del campionato

C’è molta attesa di vedere, già da domani, cosa uscirà dalle “bisarche” che portano le monoposto di F.1 che provengono dai rispettivi reparti corse eche dovranno disputare il G.P. di Germania.

E’ una gara chiave perché da una parte può garantire una strada completamente aperta per la riconferma del titolo iridato, dall’altra la conferma della competitività per la Red Bull dopo la vittoria in Austria di Verstappen ed infine quasi l’ultima spiaggia della Ferrari che è alla ricerca della prima vittoria, per vedere se Vettel e Leclerc, ormai in situazione quasi paritetica in zona punti, possano riaprire le “ostilità”.

Stando alle voci, che sono uscite dall’Inghilterra, sia la Mercedes sia la Red Bull hanno lavorato in silenzio ed hanno sviluppato una nuova scocca per le rispettive monoposto che sarebbe una evoluzione molto marcata rispetto a quella sinora utilizzata.

Bisogna vedere se queste voci rappresentano qualcosa di concreto per il breve termine o se entrambe le scuderie abbiano già pronta una prima versione della monoposto per il prossimo anno, l’ultimo in cui vigono, in linea di massima, gli ultimi parametri tecnici per la progettazione e realizzazione delle monoposto, in attesa della radicale rivoluzione per il 2021.

Quello che lascia perplessi è come mai i tecnici della Mercedes, la cui attuale monoposto, tranne qualche situazione che conferma la regola, è quanto mai vincente, abbiano sentito la necessità di una evoluzione radicale della scocca.

Questa nuova scocca potrebbe scendere in pista già in queste due gare prima delle ferie estive, ma la logica protenderebbe per vederla in pista nel momento in cui i campionato fossero garantiti ai punti in modo da avere le massime informazioni per il progetto della prossima W11 in quanto questa sembra sia solo una versione B dell’attuale progetto.

Dalla Ferrari invece, il massimo della segretezza, e sembra che la F90 che si vedrà in pista sarà nella versione già conosciuta e su cui, a detta di Mattia Binotto, ora solo team Principal e non più responsabile tecnico, i tecnici hanno lavorato in una ricerca di una messa a punto di quanto esistente.

Una decisione che farebbe supporre che quanto già disponibile sulla SF90 sia andato ben oltre le conoscenze dei tecnici di Maranello e che si sia manifestata la necessità di rielaborare i dati raccolti e metterli in fila nella giusta “direzione” per ottenerne uno sfruttamento completo.