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F1: i circuiti perdono molto in sicurezza passiva con l’incremento stimato delle prestazioni espresse dalle nuove monoposto a fronte delle simulazioni matematiche ed al banco dinamico di prova

Modena: C’è molta attesa per avere delle risposte concrete su quelle che possono essere le evoluzioni prestazionali delle monoposto di F1 quest’anno in funzione delle notevoli modifiche tecniche consentite dal regolamento. Per ora si parla solo di stime ma tutte concordano su un incremento della velocità sul giro non indifferente.  Da un lato prestazioni migliorate anche di 5″ al giro dall’altro un incremento della percorrenza in curva del 20% a fronte della passata stagione. C’è chi comincia ad avere delle preoccupazioni per quanto concerne l’affidabilità dei motori il cui numero per l’intera stagione e per monoposto è stato ulteriormente ridotto. Motori che potrebbero essere differenti uno dall’altro senza che vi sia la complessa valutazione dei gettoni di sviluppo presenti sinora. Ottimo, abbondante ed interessante. Però…. C’è un però da non sottovalutare molto importante e che concerne il livello di sicurezza passiva degli attuali circuiti. Parallelamente a questi incrementi prestazionali si concretizza una equivalente diminuzione del livello di sicurezza passiva di tutti i circuiti. Le vie di fuga, gli spazi che già ora sembrano essere al limite in certe situazioni in cui una monoposto esce dal tracciato, saranno di sicuro ancora più carenti rispetto al passato. Si corre il rischio che le ultime strutture di contenimento subiscano dei danni tali da dover richiedere la sospensioni delle prove o della gara, per ripristinarne lo standard di sicurezza con cui sono state progettate e realizzate. Sarebbe pertanto opportuno che si estrapolassero situazioni contingenti per evitare di dover “inseguire” un nuovo e costoso standard di sicurezza. In pratica bisognerebbe realizzare un livello di sviluppo analogo a quello che i progettisti hanno dovuto concretizzare sulle nuove scocche per poter superare le prove di resistenza in fase di omologazione e garantire sempre maggiore sicurezza nei confronti del pilota,  fermo restando che non si è ancora raggiunto il livello sperato per quanto riguarda la testa che risulta essere la sua parte più esposta ad impatti.