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Senna ad un attimo dalla Ferrari con Ducarouge e dalla Lamborghini

Erano appena passati la metà degli 80a quando la Ferrari ebbe un contatto approfondito con Senna dopo che lo stesso aveva, a suo tempo, effettuato una visita personale all’interno della pista di Fiorano con Enzo Ferrari all’indomani di una delle sue spettacolari prestazioni in pista.

Chi aveva trattato l’opportunità di trovare un accordo era riuscito sia a fissare la parte economica dell’accordo ed anche il supporto tecnico di Ducarouge che in quel momento seguiva il pilota brasiliano. Poi..

Dopo che sulla cosa si era andati molto avanti e si stavano definendo i particolari, una sera dopocena a casa di Enzo Ferrari arrivò un esponente di rilievo della Ferrari che, sentita la notizia data con una certa enfasi espresse un giudizio personale sul pilota che pose fine ad ogni ulteriore trattativa.

A seguire nel 93, settembre, su una Mc Laren fu “trapiantato” un motore della Lamborghini Engineering che fu provato da prima su un circuito inglese, che però non aveva dei termini di paragone con la precedente versione gara della monoposto, da Hakkinen e poi la squadra si trasferì sul circuito di Estoril per avere dei termini di paragone con la stessa vettura che era iscritta nel campionato del mondo di quell’anno.

Alla fine dei test Senna era talmente entusiasta delle prestazioni, tenendo conto che il posizionamento effettivo sarebbe stato migliore, chiese di poterlo utilizzare nelle gare che mancavano per finire la stagione agonistica, spingendosi a garantire almeno la zona podio se non la stessa vittoria.

La Lamborghini allestì 6 esemplari del motore da mettere a disposizione della squadra perché le trasferte fossero effettuate con il massimo dell’opportunità da dare a Senna e da Detroit arrivò anche un comunicato stampa, sottoscritto dall’allora responsabile dell’attività sportiva per la Lamborghini, in cui in pratica mancava solo la firma di Rod Dennis.

Il manager inglese invece di sottoscrivere questa opportunità sia per la fine della stagione e per quella successiva fu più interessato al supporto economico che gli fu proposto dalla Peugeot per l’utilizzo dei motori francesi che poi non consentirono di ottenere risultati analoghi al propulsore emiliano.

Uno “sgarbo” che fu molto mal digerito dagli americani che ridussero drasticamente l’impegno economico in F.1 portando al progressivo.declino di tutta l’iniziativa.