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Nel ricordare Senna perché non aiutare la sua fondazione?

Definirla Senna mania in occasione del suo 30° anniversario dalla scomparsa è dire poco. Tutti che si riempiono la bocca che dicono e scrivono, anche chi 30 anni fa manco era ancora nato.

Nessuno però ha voluto concretamente dare inizio, nell’occasione o se lo ha fatto non è stata manifestata ad ampio respiro, ad una iniziativa per ricordarlo concretamente in quello che lui ha fatto e che continua a fare la sua fondazione che in Brasile a San Paolo si dedica ai giovani di strada ai disadattati.

Migliaia di bambini cui si tenta di dare un futuro o comunque, almeno, toglierli da quelli che sono i tentacoli della malavita pronta ad abbracciarli come un boa costrittor.

Un risvolto, questo, che rende Senna ancora più grande a fronte di quelle che sono state le sue gesta in pista sino alla sua tragica scomparsa che ha fatto sì che il suo mito arrivasse all’immortalità, perché questa sua attività personale extra competizioni lo ha sempre visto impegnato in prima persona, in vita, senza che lo sfoggiasse come un fiore all’occhiello di cui vantarsi.

Anzi erano i suoi titoli, le sue vittorie che erano il vero supporto di questa attività che all’inizio aveva innescato anche qualche “mal di pancia” tra la classe politica del paese carioca, prima che fosse accettata positivamente dopo la sua morte quando tutto divenne di pubblico dominio.