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Quando scoprii il primo motore turbo Ferrari per la F1

Alla fine degli anni 70 Enzo Ferrari ha convocato i giornalisti della F.1 e non solo per fare da supporto di un evento sportivo che sbarcava in Italia. Dopo un primo incontro nella sua saletta privata, autorizzò una visita al reparto corse che era ancora parte integrante delle Ferrari Spa e a cui si accedeva dal disimpegno che a sinistra portava al suo ufficio.

Nella prima parte della visita si passava attraverso al reparto di assemblaggio delle vetture da competizioni. A seguire in fondo si svoltava sulla destra ed un alto bancone separava dal reparto montaggio motori, allora i 12 cilindri boxer,

In mezzo a far bella mostra, ma né isolato né troppo mimetizzato, un motore a V stretto sovrastato da uno “scatolone” foracchiato ( lo scambiatore di calore) che ha attirato la mia attenzione e sui lati portava delle turbine. Avverto Eugenio Ziliotto perchè mi coprisse mentre usavo la macchina fotografica che mi avevano erroneamente lasciato al collo, per immortalare la novità assoluta di cui nessuno si era accorto.

Dopo pranzo Enzo Ferrari domanda a Gozzi se proprio ci deve lasciare andare via senza poterci dare una notizia sulla Ferrari, il titolo a 9 colonne e da prima pagina per i quotidiani sportivi, con cui uscire per motivare la trasferta a Maranello.

Un cenno d’intesa tra i due, che doveva confermare che eravamo passati davanti alla novità tecnica, dà la stura alla dichiarazione ufficiale in cui Ferrari annunciava l’inizio degli studi per il motore turbo di F.1. oro colato e la massima soddisfazione nei suoi occhi protetti solo dalle lenti bianche da lettura.

Si era preso gioco della stampa e si gongolava della cosa, aveva fatto passare tutti di fronte a quel prototipo m a nessuno ne chiedeva il perché, ma quando gli domandai se la V tra i cilindri era di 60 o 65 gradi e lo scambiatore sarebbe rimasto sopra all’alimentazione, la cosa lo infastidì molto come pure salì su tutte le furie quando vide pubblicata la foto dando ordine a Gozzi di mettermi off limits, almeno in quarantena, sulle notizie mentre su tutti gli accessi alla fabbrica spuntarono i cartelli del divieto nell’ accesso ed uso delle macchine fotografiche all’interno.