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Modena: la viabilità datata che fa inquinare di più

La maggior parte della viabilità modenese, città, è datata, in alcuni casi molto datata, le strade che escono radialmente dal centro di Modena risalgono anche alla fine del 1800, ed in funzione dell’aumento della popolazione e dello sviluppo di nuove opzioni residenziali fa sì che il problema dell’inquinamento venga incrementato in funzione di quella che è la possibilità degli assi viari, che si trova impegnata a dover supportare negli spazi realizzati dell’altro millennio, molto più circolante, in buon parte quello dedicato agli spostamenti casa scuola lavoro e viceversa.

Si fa un gran parlare della mobilità dolce che non ha poi le strutture necessarie per favorire la stessa presso fabbriche ed uffici dove non vi è, di norma, quanto necessario per supportare l’utilizzo dei nuovi mezzi “dolci” come possono essere docce e reparti dove potersi rassettare, come invece è molto più sviluppato all’estero proprio per favorire questi utilizzi.

Ma ritornando all’oggi, si nota un assoluta mancanza di quelle che possono essere le infrastrutture atte a migliorare i flussi del traffico in funzione delle loro intensità del momento. Manca un’ adeguata utilizzazione delle più aggiornate, ed anche costose, funzioni digitali per far sì che, un esempio per tutti, la ciclicità dei flussi regolati negli incroci gestiti dai semafori vari per esempio di notte o nei momenti di flessioni dei flussi stessi in una delle direzioni.

In molti semafori la lanterna verde, che da il via libera all’attraversamento dei pedoni, ha delle lunghezze temporali di pochi secondi che vengono recuperati, in parte, da una più consistente durata per la lanterna di colore giallo, che richiede comunque un attraversamento veloce.

Altre situazioni, legate alla mobilità motoristica, hanno delle carenze a fronte di quello che è possibile, come la svolta a sinistra in incrocio, senza sapere se effettivamente chi proviene dall’altra parte ha il semaforo rosso e deve fermarsi per cui, prima di effettuare la manovra di svolta bisogna attendere di verificare che le macchine siano effettivamente ferme, ovvero inquinare di più in attesa.

Basterebbe il montaggio, ma costa, di una ulteriore lanterna con la luce sezionata dalla presenza della freccia che da via libera. Sono “piccole” cose a fronte dell’utopistica ricerca della guida autonoma che richiede delle ristrutturazioni costosissime di tutto il sistema viario e nel prezzo base per l’acquisto del tipo di vettura così allestita.