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Nel film Ferrari. Mann parla bene ma razzola male “gare poco realistiche”

Sul film realizzato da Michael Mann, su un particolare momento della vita di Enzo Ferrari, si è accentrata molta attenzione, anche mediatica, perché ha reso pubblico quello che per buona parte di coloro che hanno seguito da sempre le vicende del Cavallino Rampante, a Modena e dintorni, era ampiamente e più riccamente conosciuto.

Un esempio per tutti, disconosciuto, il test cui erano sottoposti, prima di essere assunti, gli addetti alla portineria sia per Maranello, sia per l’assistenza clienti di V.le Trento Trieste almeno sino alla scomparsa della moglie Laura che, in quell’anno, seppe salvare Ferrari dal fallimento suggerendogli la strategia economica da mantenere nei confronti degli allora creditori.

Alcuni ulteriori particolari sono rimasti “sconosciuti” o non approfonditi mentre quello della telefonata con Gianni Agnelli per il passaggio della maggioranza delle azioni per salvaguardare l’esistenza della Ferrari è stata anticipata a fronte della realtà.

In particolare però Mann è caduto in un “errore” a fronte proprio di un suo pensiero espresso nell’intervista, rilasciata al Venerdì di Repubblica, dove dice “troppo spesso nei film sull’automobilismo le gare sono spettacolari ma poco realistiche

E poco, per dire un bel nulla realistiche sono state le riprese che hanno riguardato la Mille Miglia di quell’anno, ultima disputata su strada in velocità, proprio per l’incidente occorso al nobile pilota De Portago con una falcidia di persone presenti su quel rettifilo e sulle cui vere cause persiste pur sempre un certo alea per quanto riguarda Modena.

Le riprese effettuate nel centro di Modena hanno evidentemente avuto lo scopo di valorizzare i due punti cardine come p.za Grande ed il suo Duomo ed il palazzo Ducale. Una pubblicizzazione decisamente turistica ma totalmente irreale a fronte di quanto avvenuto nel “57.

La Mille Miglia, quella vera, non è mai entrata a stretto contatto con queste importanti realtà in quanto il transito avveniva nella allora prima periferia nel tragitto delle mura, dove l’arrivo di ogni macchina era segnalato dallo squillo d’allarme con la tromba da parte dei patronatini, per avvisare il pubblico affinché lo stesso non attraversasse la strada.

Erano 4 posizionati: in p.le Garibaldi alla svolta a sinistra per i viali, poi al monumento dei Caduti in Guerra dove la strada svolta a destra, in p.le Risorgimento per l’ultimo tratto verso, ora p.le Aldo Moro, dove l’ultimo avvisava in direzione di via Emilia Ovest.

La stazione di rifornimento non è mai stata in P.za Roma di fronte all’Accademia Militare in quanto la postazione vera di rifornimento è sempre stata alla volta di Bologna quando le vetture arrivavano in discesa dagli Appennini dove la lotta per la vittoria era elevata al massimo ed oltre a fare rifornimento ed eventuale cambio gomme era necessario anche qualche intervento di riparazione alla carrozzeria che portava i segni dell’agonismo.