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F vs F è “lotta” tra Fia e Fom Dal 2026 una nuova F.1 ?

C’è una sorta di “magna” che ribolle sotto le apparenze esteriori rutilanti della F.1 e ci riporta alla memoria delle diatribe tra “Legalismi”, facenti capo ad Enzo Ferrari, e Foca, facente capo a Bernie Ecclestone ed ai “garagisti” inglesi, come li apostrofata Enzo Ferrari.

Solo a partire dai primi anni del 1980 si raggiunse un accordo che è andato sotto il nome di Patto de La Concorde, firmato peraltro a Maranello, e che è ancora in essere sia pure con i dovuti aggiornamenti del caso.

Una piccola eruzione la si è avuta nei giorni scorsi quando la Fia, il cui presidente è abituato alle opzioni di gestione del quotidiano relative alla sfera geopolitica da cui proviene, ha emesso un comunicato in cui annunciava un indagine conoscitiva nei confronti di possibili comportamenti che sembrava potessero coinvolgere Toto e Suzie Wolff in quanto la signora gestisce, per conto FOM, il campionato riservato alle donne e che ha l’obiettivo finale di portare una donna ad essere uno dei piloti ufficiali nella F.1.

Una nota che sembra sia stata emanata senza neanche avvertire i diretti interessati che hanno fatto sentire la voce grossa, anche grazie alla solidarietà evidenziata da tutte le squadre di F.1. Questa unità di corpo ha fatto sì che la procedura di “infrazione” rientrasse in una bolla di sapone che di sicuro lascerà i suoi strascichi.

Primo fra questi, il pensiero di organizzare una campionato di F.1, a partire dal 2026, quando diventeranno operative le nuove norme, comprese anche quelle azioni correlate di cui si è visto un anticipo nella gara di Las Vegas.

Nel mantenere alta la tensione anche la prospettiva dell’ingresso del team americano di Andretti supportato dalla FIA e dall’industria automobilistica locale, ma osteggiato dalle attuali squadre che dovrebbero ridurre la singola quota di interessi economici da dividere per 11 anziché per 10.

E’ pertanto plausibile che l’inverno, in attesa che si riparli delle competizioni a fine febbraio, abbia al centro queste diatribe molto politichesi senza dimenticare l’aspetto economico che, nonostante i contratti già sottoscritti potrebbe mettere molto in forse la presenza della F.1 sui tracciati “storici”.