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In aerodinamica poca memoria storica?

Le monoposto di quest’anno sono tornate ad utilizzare l’effetto Venturi per avere più carico aerodinamico da “accreditare” al corpo vetture per evitare quelle che sono state le più recenti interferenze per andare a ricercare il carico necessario per far scaricare correttamente potenze anche superiori ai 1000cv.

Soluzioni che avevano portato ad avere turbolenze tali, per cui il cercare di rimanere nella scia di quello che precedeva portava ad una certa perdita di carico con conseguente consumo eccessivo delle gomme.

Ben pochi dei tecnici di vertice attuali hanno una effettiva memoria storica, esperienza diretta, di quanto successo alla precedente utilizzazione di questa tipologia di carico da imputarsi del corpo vettura con tutte quelle che sono state sempre le conseguenze di una sorta di dumping aerodinamico che la macchina che pompava alla velocità massima.

La soluzione era stata trovata, grazie a differenti e possibili soluzioni tecniche adottate sulle sospensioni. Soluzioni che oggi però sono proibite in quanto tutto deve essere assolutamente “meccanico” in questo settore delle monoposto per evitare delle esasperazioni economiche che vedono dei ben precisi limiti di spesa.

Una prima soluzione è quella di saper trovare una coincidenza precisa su quello che è il punto di carico aerodinamico, se questo non coincide la monoposto, più è veloce e più sembra un delfino che piova con poca sicurezza nei confronti delle sensazioni dei piloti per quanto riguarda la guida.

Le prime soluzioni sono già apparse nella terza ed ultima giornata di prove in Catalogna, segno evidente che i tecnici erano partiti con la lancia in resta ed avevano portato in pista soluzioni limite ben sapendo di avere la soluzione alternativa in attesa di quella ulteriormente sviluppata per i prossimi test, mentre quella definitiva la si dovrebbe vedere in gara solo al debutto.