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Tempeste sulla F.1

Almeno 10 persone positive al Covid 19, così hanno sancito i tamponi effettuati a Sochi e la Honda che ha annunciato il ritiro della F.1 alla fine di questo ciclo tecnico.

Due notizie che si devono definire preoccupanti per due motivi nel distinti: o la famosa bolla creata attorno al paddock ed al mondo della F.1 non è riuscita ad essere così ermetica ed autoimmune come si sarebbe voluto credere, o qualcuno ha infranto le regole.

In ragione di ciò si sono incrementate le analisi del caso per avere dei risultati, almeno minimi di negatività, in funzione della trasferta in Germania che inizia per certo materiale già in questo fine settimana e proseguirà, entro mercoledì, con la partenza di tutti i vertici delle squadre corse.

Come se questa notizia non bastasse e le note relative alle squadre interessate sono state tenute riservate, quasi come un fulmine a ciel sereno è venuto l’annuncio della Honda relativa al suo ritiro della F.1 a fine della prossima stagione. A far decidere in tal senso i problemi economici che coinvolgono la casa madre in funzione delle perdite economiche che si sono registrate in funzione della pandemia in essere che sta facendo affossare sia il settore delle vendite, quasi dimezzate, sia quello economico.

Ufficialmente la decisione, che mette insieme seria difficoltà Red Bull ed AlfaTauri ed anche in modo indiretto la F1 che a partire dal 2022 potrebbe avere ben il 20% in meno di vetture sullo schieramento di partenza, sarebbe stata, invece, presa in funzione del cambio di strategia industriale che prevede una profonda rivisitazione dei programmi per quanto riguarda la produzione e la vendita di nuovi sistemi di propulsione. Da quelli ibridi per arrivare a quelli Full Electric.

Un impegno ingenieristico che richiede, secondo i vertici dell’Honda, di poter disporre di tutte le “menti” disponibili in fase di progettazione e svoluppo. Quello che invece fa pensare è legato agli altri programmi agonistici che non sono stati toccati da queste “sforbiciate”

Viene pertanto da pensare che il programma F.1 non abbia corrisposto alle aspettative di marketing che si erano prefissati i dirigenti nipponici, o che lo stesso abbia concluso quel ciclo che è sempre stato caratteristico in F.1, quando si è presentato un costruttore, in prima persona, o per l’intervento al 100% con il progetto completo della monoposto o solo come fornitore del solo motore. Il tema di base è sempre stata la “toccata e fuga” nel giro di un lustro massimo decennio.