La politica anti automobili che è stata imbastita da sempre a Modena comincia a far sentire i propri effetti. Se prima il tutto era rappresentato da uno stillicidio continuo con l’effetto del Covid 19 in un paio di mei si è concretizzato il mancato contributo economico dettato dalle entrate derivanti dalle IPT, ovvero le tasse locali, provinciali, che gravano sulle immatricolazioni e sui passaggi di proprietà per le macchine usate e parte delle accise per i carburanti.
Dalla provincia, il Presidente lancia grida di dolore per le mancate entrate che sono ipotizzate per un “danno”erariale attorno ai 10 milioni di euro e che pertanto fanno scattare l’ allarme relativo al già carente livello di manutenzione delle strade cui questa cifra era in parte destinata a fianco alla manutenzione degli uffici scolastici di competenza.
Questo allarme deve mettere in patema d’animo gli automobilisti che potrebbero vedersi gravati di ulteriori balzelli per sopperire a queste carenze economiche anche se tutta la politica della viabilità è accentrata a limitare la libertà di movimento delle autovetture a favore di quella che viene definita “mobilità sostenibile” una definizione decisamente politica e piena di grosse incognite sul livello effettivo della sicurezza stradale.
Un atteggiamento che sembra trovare un parallelismo perfetto nel proverbio ” botte piena e moglie ubriaca”. Un gran contrasto di opinioni utopistico da concretizzare.