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Corona virus non si accontenta dell’1-0 già segnato alla F1

Il mondiale di F.1 è molto in fibrillazione; il propagarsi del Corona virus e la volontà assoluta di limitarne ulteriormente l’inserimento nelle varie popolazioni che sinora ne sono state esenti o toccate limitatamente sta facendo fiorire limitazioni molto restrittive per gli europei ed in particolare gli italiani che sono al vertice dei rifiuti d’ingresso in un numero sempre maggiore di paesi.

Tra questi, proprio l’Australia, dove il prossimo 15 marzo la F.1 dovrebbe aprire le proprie ostilità e che sta emanando delle normative molto restrittive all’ingresso nel proprio paese che ha già pagato molto sinora per i devastanti incendi che lo hanno martoriato.

L’unica soluzione possibile ed immaginabile è che tutti i componenti delle squadre destinati ad effettuare questa trasferta vengano messi in una sorta di quarantena, prima della partenza.

Utopia sia per il numero di 80 e passa persone per squadra sia per i problemi organizzativi del lavoro relativo al dover prendere la massima dimestichezza nel montaggio e gestione delle monoposto.

A seguire, la Cina di cui già si sa dell’annullamento sulla data prevista. Ancora Bahrain e Vietnam che sono tra coloro che son sospesi.

Da qui nasce la quasi certezza che il mondiale 2020 possa iniziare nel debuttante e ritrovato circuito di Zandvoort all’inizio di maggio quando tutto questo enorme problema dovrebbe essere definito, nel ben o purtroppo nel male.

Imola e Mugello hanno già inoltrato alla Fia la loro lettera di intenti per dare la rispettiva disponibilità per organizzare in recupero due delle succitate gare.

Soluzione che potrebbe esser perseguibile ma sta diventando sempre più concreta l’opportunità di vedere “saltate” le ferie estive della F1.