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G.P. di Germania quando seppi, 2 anni prima, che la Ferrari preparava il 6 cilindri turbo a V aperto.

Il G.P. di Germania era ed una di quelle trasferte per i Gran Premi di F1 d’Estate che si fanno in macchina, specialmente una volta quando, a cavallo di Ferragosto, vi erano tre gare ravvicinate a soli 7 giorni una dall’altra.

Un conoscente, del settore nelle gare di motociclismo, mi chiese un piacere: “Potresti fare una breve divagazione, andando in Germania, per passare alla Mahle, dove portare questi pistoni e ritirarne degli altri? Se mi fai il piacere. Lui parla perfettamente l’italiano.”

Sul sito della Ferrari si ricorda lo stradario per raggiungere il circuito del G.P. di Germania

Un piacere, specialmente allora, non si negava certo per la tanta volontà con cui queste persone realizzavano la loro moto per il mondiale. Arrivato a destinazione, non c’erano certo i telefonini come oggi, chiesi in portineria e la persona interessata arrivò molto solerte per portare nel bagagliaio quanto da riportare in Italia e ritirare quello che attendeva per far effettuare i trattamenti del caso.

Vista la targa di Modena diventò un fiume in piena, non sapendo che ero un giornalista, e mi disse di tutto e di più su quello che era il lavoro di sviluppo che stavano effettuando per conto della Ferrari per realizzare quello che sarebbe poi diventato il motore a 6 cilindri a V molto aperta con i compressori al centro.

Arrivato in circuito, tardo pomeriggio, telefonata al giornale per chiedere spazio. La mattina dopo in circuito c’era il coprifuoco, la caccia alle streghe, ero guardato a vista da un paio di meccanici molto attenti a quello che potevo fare con la macchina fotografica.

Ovviamente, a soffiare sul fuoco gettando benzina a volontà, i colleghi scatenati, in particolare gli inviati dei quotidiani che avevano ricevuto telefonate “tremende” dai rispettivi direttori che a loro volta avevano telefonato direttamente a Ferrari. Allora il prendere il “buco” non era tollerato certo tollerato sia nella concorrenza tra i quotidiani sportivi e no.

Vettel torna sul luogo del “suicidio” dove l’anno passato per un errore madornale diede inizio alla fase negativa che ha portato il 5° titolo a Lewis Hamilton, foto Ferrari spa

Ovviamente avevo confezionato la pillola delle notizie stando ben attento a non andare al limite della denuncia per spionaggio industriale, che mi fu ventilata in una riunione riservata con i vertici della Ferrari presenti in pista subito dopo le prove libere, E dire che avevo scritto appena il 10-20% di quanto avevo saputo.

Fu una riunione – confronto al calor bianco all’interno del “serpentario“, l’ esclusivo camper antesignano dei successivi motor home e le attuali mega ospitalità. Attorno i meccanici della Ferrari erano schierati e facevano “cordone” per tenere lontani gli altri giornalisti, bramosi come lupi di vedere cosa sarebbe andata a finire.

C’era chi faceva la spola per chiamare Maranello, dove Ferrari era fuori da ogni grazia di Dio e mi riferirono, al rientro, che al ristorante Cavallino gli avventori erano “terrorizzati” e stuzzicati dal poter assistere alla sfuriata del Drake con le sua urla che provenivano dalla sua saletta da pranzo riservata e facevano tremare i vetri.

Vuotato il sacco, con particolari troppo puntuali se pubblicati e terrorizzanti per i tecnici di Maranello, finite le qualifiche altra riunione in cui si arrivò ad un patteggiamento in cui mi fornirono altri dati correlati ma non così preoccupanti da dare troppe informazioni agli avversari.

Altro articolo molto interessante ed altra giornata altrettanto pesante per i colleghi, anche perché da Maranello altra sfuriata, che faceva parte del copione, di Ferrari. Il prosieguo della trasferta e quelle successive vi fu un P.R., di una delle case fornitrici della Ferrari, che era la mia ombra. Dovetti cambiare gli alberghi con una camera in quelli dove era la Ferrari per essere controllato al meglio.