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Partogenesi dei carrozzieri nel modenese sino al 1965

Adolfo Orsi ha presentato una sintesi, molto corposa, di questo settore che ha vissuto di una notevole espansione, anche in funzione di quelle che sono state le evoluzioni legate agli aggiornamenti necessari per mantenere la competitività delle vetture, da competizione, in funzione delle piste in cui si dovevano trasferire per correre con una varietà di tracciati dalle corse su strada a quelle sui circuiti.

Un antelitteram di quelle che sono le evoluzioni che si vedono oggi, ogni 15 giorni, sulle monoposto di F1 ma con un notevole dispendio di energie tecniche e nello stesso tempo in investimenti e costi di gestione.

Allora una carrozzeria, metà anni 50, costava 500.000 lire a fronte del costo complessivo di una vettura di 6.700.000 lire ed una Fiat 500 costava poco più di 600.000lire

Oggi si parla delle stampanti tridimensionali, allora era l’estro di geni nella formazione delle linee ed in un paio di giorni di lavoro, quasi ininterrotto, si poteva vedere nascere, da lastre piane di alluminio, parafanghi, cofani, portiere e parti posteriore.

Gli studi aerodinamici erano dettati dalle intuizioni con riferimento alle prove su strada in cui i flussi dell’aria erano evidenziati dal “vibrare” frenetici dei fili di lana incollati alla carrozzeria.

Solo nei primi anni 60 in Ferrari iniziarono gli studi in una galleria del vento con dei modelli in scala 1:5.

Questa partogenesi si è sviluppata sino a metà degli anni 60 quando la carrozzeria in alluminio è stata sostituita dall’introduzione della vetroresina.

Sino al 1965 a Modena vi è stata una vivace crescita di coloro che si sono dedicate alla “vestizione” dei telai utilizzando l’alluminio trattato a mano con differenti spessori e caratteristiche fisico chimiche in funzione delle particolare da realizzare.

Molta creatività e capacità personali che hanno visto un fiorire di iniziative “imprenditoriali” che sono state supportate dalle attività agonistiche ma anche della volontà di danarosi appassionati dell’automobilismo, desiderosi di avere un qualcosa di esclusivo.

Tra queste iniziative, ma prima della guerra, anche una carrozzeria Emilia di Enzo Ferrari che non ebbe molta fortuna e solo il deciso intervento economico della madre impedì da una fine decisamente poco edificante.