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Vettel ha insidiato il giro veloce in gara di Hamilton ad appena 8 millesimi. Ma la sua SF71H “Loria” era molto più leggera della W09 di Hamilton in quel momento, al 51° giro

C’è un dato, tutto da analizzare e soppesare, che per certi aspetto rende ancora più amareggiante quanto successo in seconda variante tra Vettel e Hamilton.

Un dato che sancisce come la SF71H, alias Loria, di Vettel al 51° giro fosse in grado di girare ad appena 8 millesimi di secondo dal record sul giro in gara ottenuto dal vincitore Hamilton.

Un dato che sta a confermare come la monoposto di Maranello fosse ad un livello tecnico tale da impensierire, non poco, le monoposto tedesche.

Questo, se Vettel avesse saputo controllare quella parte di latinità del suo carattere che gli era stata “affibbiata” da Sergio Marchionne, si sarebbe concretizzato in una situazione completamente differente nella classifica del campionato mondiale piloti che ora invece è ormai tutto in salita, per non dire già consegnato nelle mani dell’attuale campione del mondo.

Per Vettel il dover recuperare almeno 5 punti a gara, nelle sette che rimangono per andare alla fine del campionato, è un impresa titanica se non gli si presentano situazioni favorevoli come almeno una mancanza di affidabilità sulla W09 dell’inglese o un errore strategico della squadra anglo-tedesca.

Ma ritorniamo a quegli 8 millesimi che sembrano esaltare, oltre misura.

Primo: perché sono stati ottenuti in condizioni tecniche completamente differenti.

Al 51° giro la SF71H di Vettel stava utilizzando la parte rimanente della quantità di carburante imbarcata per percorrere tutta la gara.

Era quindi decisamente più leggera se si confronta la situazione con cui Hamilton la ottenuto il suo risultato migliore, a poco più di metà gara quando aveva molto più carburante a bordo ed era in una fase decisa d’attacco nei confronti di Raikkonen e con una tipologia di pneumatici con un battistrada più duro e meno performante destinato a portarlo a fine gara senza ulteriori pit stop, come invece ha fatto Vettel.

Alla volta degli ultimi 10 giri la sua situazione, di Hamilton, era tale che non aveva certo la necessità e la volontà di andare a mettere a rischio l’integrità delle gomme e della monoposto, quando i 25 punti della vittoria erano saldamente nelle sue mani ed erano quell’insperato risultato, a fronte di quanto successo con il resto dei risultati nel fine settimana, che lo avrebbe messo al sicuro per la riconferma iridata, oltre a garantirgli la continuità dei successi su questo tracciato da quando è “nata” la nuova filosofia degli attuali propulsori .

Vettel poi doveva spingere al massimo per recuperare una posizione a fronte della penalizzazione che era stato sottoposto Verstappen che era davanti a lui ed era materialmente irraggiungibile, senza questa situazione a tavolino.

Da Maranello, per “valorizzare” la situazione cronometrica hanno fatto trapelare la lunga serie ed entità di danni che la SF71H n°5, la Loria, aveva riportato nel contatto con la Mercedes.

Danni che andrebbero ben oltre a quelli “appariscenti” e che hanno richiesto la sostituzione di tutti muretto anteriore.

Sostituzione che poi apparsa essere solo Un palliativo a fronte degli scompensi aerodinamici che si sono creati su tutta la parte destra della monoposto di Vettel e, si mormora, anche nella parte inferiore del fondo piatto che, dai dati raccolti, non solo non avrebbe dato più il carico aerodinamico necessario ma che avrebbe manifestato molto situazioni di stallo, ovvero di distacco dei filetti fluidi, alle massime velocità.

Quello più eclatante alla seconda variante non è stato l’unico contatto.

Già alla prima variante i due si erano toccati nel tratto rettilineo intermedio tra le due curve. Gomma posteriore destra di Vettel con l’anteriore sinistra di Hamilton. La bassa velocità non aveva portato ad immediate conseguenze meccaniche.