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Il poco traffico d’agosto mette in evidenza le carenze della viabilità modenese. Le strade che partono radialmente dal centro città.la Ghirlandina, sono anche quelle del 1850

Ultime ore in cui si può godere di un traffico quasi nullo in città in attesa dal rientro dalle ferie. Ciò non toglie, anzi mette in assoluta evidenza, quali siano le carenze nella gestione della viabilità, nella sincronizzazione dei semafori, di come sono realizzate le piste ciclabili e gli stalli dei parcheggi della segnaletica cui si può prestare maggiore attenzione per l’opportunità di potersi “distrarre” senza il patema dell’incidente. Di strade realizzate e ancora chiuse al traffico, di altre che da percorrere sono il simbolo della pericolosità e della inutilità, come quell’uscita dalla rotatoria di p.Le Bruni appena prima del cavalcavia. Nessuno di questo ingredienti ha lo scopo finale: la scorrevolezza del traffico, anzi vi sono delle situazioni che sono veramente orripilanti e possono essere all’origine di situazioni molto pericolose. Situazioni che si possono migliorare spostando un segnale, una postazione semaforica, un palo dell’illuminazione di meno di un metro con costi irrisori ed anche con la possibilità di realizzare un ulteriore stallo di parcheggio a pagamento a favore della pubblica amministrazione. Chiariamo che per scorrevolezza non intendiamo assolutamente l’espressione sconsiderata della velocità ma dei tempi in cui le vetture rimangono ferme e consumano carburante senza percorrere neppure un metro.  Situazioni che sono talmente evidenti che non si riesce a capire come non saltino all’occhio di chi dovrebbe esserne interessato. Evidentemente non sono frequentatori del traffico quotidiano in tutte le ore del giorno. Una cosa anacronistica in tutto questo è rappresentato dall’Università di Modena, settore ingegneria, che si concentra solo sul settore delle vetture ad altissime prestazioni che poi devono comunque andare a 130 km/ora al massimo, e che hanno avuto degli sviluppi migliorativi iperbolici  negli ultimi anni, con enorme travaso di sicurezza anche sulle vetture utilitarie. La stessa Università al  momento non si dedica assolutamente a creare una categoria di ingegneri progettisti con una specializzazione sulla viabilità e sulla definizione nell’ allargamento delle zone commerciali ed abitative che vanno a gravare su una viabilità desueta intasandola ulteriormente. Un esempio per tutti la nuova rotonda della “diagonale” . Una soluzione che lascia molte perplessità: