Tuti i team di vertice nella F.1 e non solo sono impegnati nello sviluppare nuove strutture per la valutazione delle soluzioni aerodinamiche che rappresentano il cardine per ottenere le prestazioni migliori e più vantaggiose per il migliorare radicalmente i tempi sul giro, e più equilibrate in gara.
L’aggiornamento tecnologico delle gallerie del vento si è reso e sta rendendo indispensabile, in particolare in vista degli sviluppi del progetto che deve dare il via al nuovo concetto con cui elaborare le prossime monoposto a partire dal 2026.
Una scadenza imprescindibile che ha già visto il concretizzarsi di risultati, in pista, proprio grazie all’entrata in funzione delle nuove strutture sia in modo parziale sia con dei concetti innovativi che stanno tenendo conto di tutte le conoscenze ottenute in questi ultimi anni.
Chi ha lavorato su aggiornamenti parziali, Ferrari senza modificare la struttura esterna di Renzo Piano, e chi invece, come la Mac Laren per prima alla fine del 2023 ed a seguire la Red Bull, sono partiti da un foglio bianco ed hanno agglomerato insieme, interni ed esterni totalmente innovativi.
La Red Bull sta realizzando una struttura inedita ed avveniristica a fronte di quanto utilizzato sino ad ora, che ha le parti “portanti” che risalgono agli anni 70 e di derivazione aeronautica, che, nonostante tutti gli aggiornamenti possibili ed immaginabili, non avrebbe consentito di andare oltre e lo si è visto in pista.
Il nuovo impianto nasce nel Red Bull Campus che è in allestimento a Milton Keynes.
La F1 sta combattendo una battaglia che non si limita più alla sola pista, ma anche alle factory dove si rende sempre più imprescindibile il collegamento diretto tra le interposizioni effettive dei singoli reparti per ridurre al minimo, per non dire annullare, i tempi necessari per passare dalla progettazione, alla prototipizzazione, agli sviluppi sperimentali ed arrivare ai definitivi programmi di produzione da montare e portare in gara.