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F.1 “Un bel tacer non fu mai scritto”

A chiunque si voglia attribuire la frase sentenziosa “un bel tacer non fù mai scritto”, a Dante o a un più recente librettista Badoer, la differenza relativa a quello che si vuole dare come suo vero significato, da luogo a diverse interpretazioni che comunque conducono ad un comportamento più prudente che si potrebbe amalgamare con “il silenzio è d’oro e la parola d’argento” .

Entrambe in questo particolare momento della F.1 trovano un applicazione quanto mai attuale, ma disattesa, da parte di alcuni dei team manager più significati e si scatenano botta e risposta che sono l’unico “sale” che vivacizzano l’ambiente “anestetizzato” da una superiorità tecnico sportiva che non lascia dubbi.

La superiorità dimostrata dalla RB 19 è tale che, unica squadra, si è permessa di passare a “scorta”, da utilizzare eventualmente nelle libere delle prossime gare, tutto il gruppo propulsore che ha compiuto 6 delle 7 gare sinora effettuate ha ingenerato invidia e stizza tra i progettisti avversari. Operazione che ha interessato entrambe le monoposto.

Inseguire è da sempre un operazioni piena di insidie e la Ferrari, in particolare, sta mettendo al limite le capacità dei piloti ed il loro stato d’animo. Questo anche in funzione di quelle che sono le dichiarazioni che interessano di volta in volta le sensazioni e deduzioni estrapolate sia dal simulatore sia dai dati della galleria del vento

I miglioramenti riscontrati hanno indotto a parlare espressamente sia della parola pole, che, se non raggiunta, è la possibilità più concreta, sia di vittoria o zona podio, che invece rimangono una sostanziosa chimera.

Di quello che invece sembra esservi certezza, dopo le dichiarazioni sconsolate di Leclerc alla fine del G.P. di Spagna, sembra essere legato al peso della monoposto. Entro un certo limite di benzina da utilizzare, la SF-23 consente ai piloti di esprimere una guida più “competitiva”, non sforzare il battistrada, e nei tempi essere più vicini al limite record.

Il tutto comunque decisamente lontano da quelle che sono le aspettative di un progetto che sembra essere arcano quanto basta in quanto si ribadisce il mantra che ha un potenziale che sia tutto ancora da scoprire. Anche le modifiche apportate e tanto attese non hanno risposto, tranne in qualifica, a quelle che sarebbero state le necessità e si sono dovute confrontare, a perdere, con quelle portate dalla Mercedes.

Anche in questo caso le dichiarazioni rilasciate da Toto Wolff hanno subito trovato una risposta, che sembra essere “lasciate ogni speranza voi che entrate” da parte del suo alter ego in Red Bull. Le personalizzazioni realizzate da Adrian Newey &co prima dell’entrata in vigore dei limiti sulle tempistiche di lavoro per l’anno in corso, per sforamento del budget cap, dimostrano che di gara in gara consentono di mettere a disposizioni delle monoposto che richiedono sì più lavoro di analisi e messa a punto ma che poi alla fine portano a risultati che in alcuni casi risultano veramente umilianti per gli avversari.