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Autodromo rimasti indietro di 50 anni

Sembra, dicasi sembra, che alla fine del mese o all’inizio del prossimo , con un imperdonabile ritardo di 50 anni, si possa parlare di un progetto, approvato sulla carta, affinché a Modena possa iniziare la realizzazione concreta di un progetto di Autodromo e non solo di una pista di prova, peraltro incompleta a fronte del progetto originale che ne avrebbe dovuto rappresentare l’avanguardia italiana della guida sicura.

Sembra che le istituzioni regionali abbiano trovato una quadra per far si che il tracciato possa essere completato, che possa godere delle infrastrutture esterne necessarie per quanto concerne la viabilità d’accesso che oggi è quasi inesistente.

Sembra non mancare nulla, sulla carta, se si escludono i finanziamenti per concretizzare quanto ipotizzato, ovvero la o le decine di milioni di euro che sono necessari, solo per la fase strutturale interna, ovvero quella che interessa all’industria automobilistica locale da cui, per ora non si sono ancora alzate le voci di “alleluia” visto, d’altronde, quello che è stato raggiunto sinora senza questa presenza che erano molto più utile 50 anni orsono.

Rispetto al progetto che fu realizzato dall’ing. Ugo Cavazuti, quello di oggi lo si può definire un sedicesimo solo per parlare dello sviluppo”stradale” ed inesistente a fronte di quella parte sussidiaria che avrebbe dovuto rappresentare un vero baroni avanti per quanto riguarda la part tecnologica di supporto, per Galleria del vento, sale prove motori e tracciati di affaticamento strutturale.

All’annuncio della attesa, ma qualcuno dice ancora incerta approvazione politica in Consiglio Comunale in funzione dei voti, ecco che sono usciti dalla loro”tana” silente di tutti e di più, con 50 anni di ritardo che Modena paga se aggiungiamo al settore produzione quello agonistico che, a livello locale è quasi inesistente fatta salva la presenza della Ferrari in F.1.

Non esiste qualcosa di analogo a fronte dell’attività sportiva sussidiaria come creazione concreta, fatto salvo solo qualche esempio di gestione.

Quello che lascia perplessi, alla presentazione di quanto verrà discusso in consiglio, è la drastica riduzione della ricettività alberghiera, ridotta da 100 a sole 30 camere, numero minimo se si fa riferimento ad un calendario per una vera attività agonistica.

Quasi una “certezza” che questa possa essere, a partire tra qualche anno, solo una parte collaterale dell’attività dell’impianto.