Categorie
C'era una volta

Quando Modena era la capitale del motori e c’era “Cavallo pazzo”

Negli archivi personali in casa dell’Ing.Angelo Orlandi presidente storico dell’Automobile Club di Modena, è stato trovato questo documento che ci ricorda quella che nel 1973 si poteva veramente chiamare Modena Capitale dei Motori.

Allora a Modena vi era ancora in attività lo storico Aerautodromo, utilizzato dalle case automobilistiche di settore sia per le prove dei prototipi stradali sia delle vetture da competizione Ferrari, Maserati, Ats, Tecno, De Tomano.

A latere, quasi in disuso però, a Santa Croce di Carpi ,vi era un Kartodromo con mezzi a noleggio e nella zona golenale del Panaro a S.Anna una pista asfaltata per micro modelli spinti da motore a scoppio e radio comandati.

Un documento storico che mi riporta alla mente una delle “pazzie” passionali nel organizzare qualcosa di vivo con una grande affluenza di pubblico che seguiva questa manifestazione: “Trofeo del Motore Fuso” anche notte tempo grazie all’illuminazione dell’impianto.

In gara sia le vetture degli appassionati locali martoriate in violente accelerazioni sia dei veri prototipi, Fiat 500 come carrozzeria con motori molto più potenti trapiantati da altri modelli, compreso il montaggio di un 12 cilindri della Ferrari che risultò troppo potente per cambio e semiassi.

La vera ed il vero protagonista nonché vincitori assoluti furono la De Tomaso Pantera gr.4 ufficiale del reparto corse e Odoardo ( Dino) Covoni pilota che era stato il dominatore nelle salite italiane e molto conosciuto in Maserati ed anche in Ferrari per una risposta che gli traglio i ponti con Maranello.

Era in bagno quando ricevette una chiamata da Enzo Ferrari e rispose “ditegli che aspetti” Ferrari riattaccò per sempre il telefono.

Una vettura abbastanza pesante comunque, larga quasi a dismisura per lo spazio della pista in cui il pilota che era conosciuto con il soprannome di “Cavallo pazzo”, originario di Cento dove gestiva una fornace e si può dire amante della bella vita, ci ha messo tutta la sua capacità di guida conosciuta nel mondo anche da Fangio che lo volle in Argentina.

Un testa a testa, con altro appassionato al volante di una Fiat 500 con motore elaborato di 1600cc, alleggerita al massimo e dalle dimensioni più consone per la larghezza del tracciato. sui centesimi di secondo.

Vinse la maestria di guida estrosa e sensibile di Govoni un vero “Cavallo Pazzo” in quell’occasione.