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Un caleidoscopio per Stefano Domenicali chiamato Covid 19

Il vero protagonista del prossimo calendario della F.1 è sempre il Covid 19 in funzione di quelli che sono gli andamenti della pandemia a livello mondiale anche in funzione di come si sta procedendo alle vaccinazioni e quelle che saranno le conseguenze positive.

Già ora il calendario e la sua distribuzione nell’arco dell’anno e delle nazioni interessate sta subendo aggiornamenti, quasi “quotidiani” e questo sta mettendo in crisi anche le squadre che devono programmare le loro trasferte. In questa ottica potrebbe essere logico dare più spazio, ancora, alle gare in Europa che richiedono tempi a spazi minori con un attimo di maggiore per il rialzo delle monoposto.

Anche il rispetto di quelle che sono state sinora le sottoscrizioni contrattuali, tutte legate alla pluralità nelle stagioni, stanno subendo rivolgimenti che non possono essere certo impugnati in funzione di questo stato emergenziale.

L’annullamento del G.P. di Cina e lo spostamento di quello iniziale d’Australia nella parte finale della stagione, si parla verso la fine novembre per cui, per ora si sta riscontrando una “riduzione” del numero di gare a fronte di quelle 23 che erano state annunciate prima ancora della fine dell’anno passato e che più realisticamente dovrebbe assestarsi attorno a quota 20.

La prima certezza è la data d’apertura della stagione europea ad Imola, il 18 aprile. Data che purtroppo è già rientrata della scure delle limitazione dei vari provvedimenti del governo oltre al fattore vaccini che ha visto l’Emilia Romagna penalizzata al 50% di riduzione per la fornitura di questa settimana.

Visto che la data del 2 maggio non è stata confermata per il G.P. di Portimao sarebbe bene optarla per la gara di Imola per avere qualche momento in più di respiro sia sul lato climatico sia su quello dell’aumento dei vaccinati in Emilia Romagna.

Tra gli altri fra: “coloro che son sospesi” vi è il G.P. di Monaco che è cittadino e si propongono un paio di problemi: l’essere cittadino e quindi più esposto ai contagi visto che certo non si possono mettere in coprifuoco tutti i cittadini del principato oltre alle spese che sono necessarie per l’allestimento del tracciato, anche in funzione della quasi certa senza di pubblico.

Non ci sarà da meravigliarsi di una rinuncia ufficiale dopo che nel principato si è rinunciato ad organizzare le manifestazioni su strada e rallistiche. Il problema dello sviluppo cittadino di un tracciato coinvolge anche Baku e Montreal