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Tra dire alla Ges ed il fare in pista si pagano troppi decimi alla Mercedes

Siamo alle solite. Le stesse differenze riscontrate da Antonio Fuoco nei test di mezza estate a Barcellona, l’anno passato, tra le risultanze del lavoro effettuato nelle varie componenti di simulazione nei singoli reparti della Ges e quelli che sono i dati rilevati in pista dai dati raccolti e le sensazioni i riscontrati dai piloti.

Perché? Viene da domandarsi, in quanto è un refrain che si sente ripetere da troppo tempo in Ferrari, oserei dire quasi da sempre.

A parte l’opportunità di avere dei correttivi, da applicare ai dati raccolti in fabbrica per ottenere il livello effettivo di messa a punto, non si percepisce dall’esterno il perché non si arrivi alla soluzione finale.

Anche in queste prime sensazioni, più esplicite quelle di Sebastian Vettel, più aziendaliste e generiche quelle di Charles Leclerc, sembra che anche sulla SF1000 manchino aderenza, carico aerodinamico a fronte di un certo accenno alla “resistenza all’avanzamento”, drag, sul veloce, per cui si disperde, nel nulla, una parte della potenza relativa all’attuale versione del propulsore 065 senza che la stessa produca velocità effettiva, sommando i tre componenti a debito.

Tra poche ore vedremo se la notte avrà portato consiglio e se al Virtual Garage di Maranello saranno riusciti ad ampliare la correzione dei dati necessari per ritornare, se non a credito, almeno in pareggio ed affrontare le qualifiche con un “complessivo” atto ad avvicinarsi ai migliori tempi di Hamilton e Bottas.

Obiettivo primario riportarsi almeno a fianco della Red Bull e davanti a Mc Laren e Racing Point, la W10 di rosa dipinta, che nelle prove di ieri hanno messo qualche preoccupazione ulteriore in quel del box Ferrari.

Un lavoro importante, questo, in quanto si possono dare informazioni ulteriori per aggiornare il materiale in evoluzione ed atteso in pista tra due settimane al G.P. d’Ungheria.