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Vettel – Leclerc più che separati in casa

Sul circuito del Mugello la Ferrari ha ottenuto quello che era uno degli scopi del trasferimento dei test effettuati sul circuito toscano del Mugello, dove si è spostata da quello di Fiorano, e dove in un primo momento era stato ipotizzato il rientro in pista per piloti, meccanici e tecnici.

Il trasferimento si è reso necessario a fronte di quelle che sono le nuove normative antivirus emanate della Fia per avere la maggior tranquillità possibile per continuare ad impedire la presenza di una testa di ponte del Covid 19.

I due gruppi operativi per ogni singolo piloti, presenti ai box saranno inderogabilmente due per ogni team, separate in casa c0n apposite strutture che aumentano la riduzione di una possibilità di interscambio di contatti. Una squadra per Leclerc ed una per Vettel, come pure per tutti gli altri team presenti ed un massimo di 80 componenti il massimo completo di ogni squadra in trasferta.

Tra gli scopi raggiunti, oltre all’opportunità di dare ai piloti delle concretezze relative all’andamento planimetrico del tracciato per un approccio con il tracciato d’Austria dove inizia il mondiale ed ha caratteriste vagamente “analoghe”

La Ferrari ha ottenuto una situazione che psicologicamente è risultata molto importante per non innescare le già presenti polemiche relative alla segretezza quasi assoluta relativa delle prestazioni ottenute dai singoli piloti, separati in casa.

Il debutto in pista di Vettel in prima mattina, come ha voluto sottolineare qualcuno, non deve essere solo considerato come un rispetto nei suoi confronti ma una sorta d’obbligo per effettuare la messa a punto della monoposto a fronte delle caratteristiche del tracciato.

Un lavoro di cui si è avvantaggiato Leclerc per lassa presenza in pista del pomeriggio, in condizioni meteo completamente differenti, e che non ha avuto l’onore di dedicare una parte del suo tempo di lavoro per lo sgrossamento iniziale ma solo per quello di affinare il posizionamento dell’assetto alle caratteristiche personali di guida.

Insomma:chi è stato il più veloce dei due piloti al termine di una giornata in cui il cronometro, anche sotto mentite spoglie, era uno dei possibili risultati del test.

Mattia Binotto, almeno sinora, è riuscito a far si che non siano trapelate né le informazioni relative al numero dei giri effettuati né quelle relative a colui che è stato il più veloce su un eventuale ritmo di simulazione gara, sia in quello relativo a recordman, pole position, della giornata.

Una prova anche di allontanamento del rapporto con la stampa che sarà “off limits” o quasi in questa fase del mondiale di F.1, in particolare la stampa italiana che è da sempre la più vivace nel rendicontare quello che succede in F.1.

Figuratevi il putiferio che si scatenerebbe e si scatenerà se Vettel dovesse risultare il migliore in questo “moncherino” di Campionato del mondo dopo quello che, per ora è ancora considerato un divorzio consensuale.