Ieri sera sono andato a cena in un ristorante della provincia ed ho assistito ad una assoluta dimostrazione dell’ignoranza umana. Era il festival del COVIDIOTA, (termine con cui intendo sintetizzare il becero comportamento degli italiani a fronte di una pandemia) ovvero di colui che si comporta come se nulla fosse successo e nulla succederà.
Da quanto apparso su tutti i media il comportamento da COVIDIOTA è generalizzato e va a finire che a metà giugno chiudono tutto di nuovo e con delle restrizioni che, a fronte, quelle passate sono state un gioco da ragazzi, quasi uno scherzo.
Salute a parte, che oggi come oggi è il bene assoluto, una nuova drastica serrata sarebbe il suicidio economico dell’Italia. Un suicidio da imputare ai comportamenti dei COVIDIOTI.
“Giuseppi” ci deve pensare di volata massimo 24-48 ore per definire drasticamente quelli che sono i comportamenti minimi da osservare nei locali e nelle adiacenze degli stessi. Imposizioni drastiche da cui non derogare pena sanzioni economiche e comportamentali, messa in quarantena.
Ieri sera appunto: Mascherine che erano un optional per buona parte di coloro che sono arrivati al ristorante, frequentabile solo nella veranda esterna.
Pochissimi coloro che si sono “igienizzati” le mani prima di entrare nonostante la presenza dell’apposito dispenser ben evidente.
Nessun controllo della temperatura da parte della gestione del locale.
All’interno pochi, pochissimi che hanno utilizzato la mascherina durante le sessioni di pausa dal mangiare e bere. Una sola persona, donna, ho notato che seguiva il mio comportamento. Ho scoperto da una sua frase essere una dottoressa impegnata in uno dei nosocomi modenesi.
Ma questo sarebbe il meno del meno.
Strette di mani, baci sulle guance ed abbracci, pacche sulle spalle, gironzolare continuo tra i tavoli per salutare e chiacchierare con i conoscenti presenti, sempre e tassativamente privi della mascherina.
Andrà tutto bene? speriamolo ma sinceramente non pensavo che i COVIDIOTI fossero almeno il 70-80% dei presenti.