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SF1000 morta prima ancora di nascere

La SF1000 potrebbe essere una monoposto morta, ovvero battuta prima ancora di scendere in pista stante il caos di proposte e limitazioni che si stanno scatenando all’interno del mondo della F.1, sempre più dominata dai “clan” di oltre Manica, in funzione di una nuova determinazione delle modifiche da adottare non più all’unanimità ma a semplice maggioranza, assoluta solo per alcuni casi.

Stanno passando una serie di limitazioni nello sviluppo delle monoposto che corrono il rischio di mettere la SF1000 in un angolo per quanto riguarda le sue possibilità agonistiche sia in questo scorcio di stagione sia per il campionato del prossimo anno.

Prima cosa, che potrebbe essere concepita come valida solo per quest’anno, è la limitazione a solo due motori utilizzabili. Soluzione da rendere operativa anche per la prossima stagione quando, allora, con soli 2 motori a stagione, gli stessi dovrebbero acquisire un’affidabilità per 11 appuntamenti iridati.

Soluzione possibile solo con grossi investimenti tecnologici, se si vogliono mantenere le potenza massime attuali, a fronte di una decurtazione della potenza massima proprio per garantire un affidabilità decisamente superiore al chilometraggio che viene percorso da un motore nell’arco delle più blasonate gare di durata, sulle 24 ore.

Sembra che l’obiettivo sia quello di ridurre drasticamente impegno e costi per la realizzazione di motori, almeno 100 ogni anno per estrapolare quella dozzina, o poco più, da usare effettivamente in pista sia per la squadra ufficiale sia per quelle clienti.

E’ ovvio che questa soluzione avvantaggia coloro che hanno già superato i problemi di gioventù ma che corre il rischio di far diventare comprimari coloro che sono hanno saputo o potuto essere già al massimo livello.

Stesso discorso sembra che possa essere applicato a fronte delle altre componenti di una monoposto con una serie di gettoni di sviluppo utilizzabili sono in un paio occasioni all’anno.

Fermare questi sviluppi “sconsiderati, per rimanere entra un budget cup che dovrebbe scendere a 135 milioni di euro a stagione, fa sì che si presenti una situazione inequivocabile: o la monoposto nasce competitiva al suo primo contatto con la pista o è meglio dedicarsi alla progettazione della monoposto per l’anno successivo, facendo una stagione d’attesa.

L’obiettivo, secondo gli organizzatori del campionato sarebbe quello di allineare sul basso le prestazioni complessive in modo che non si possa più evidenziare quello strapotere di Mercedes Red Bull e Ferrari lascia alle altre squadra un campionato a parte per i comprimari.

Se tutte queste posizioni verranno confermati nei successivi tre gradi di discussione, prima di arrivare alla decisione finale da parte della FIA, e tutto entrasse in vigore “illico ed immediate” le prossime gare per la Ferrari sarebbero tutte in salita, ripida salita a fronte di quanto registrato nell’appuntamento di pre campionato, senza grosse speranza anche per la prossima stagione.