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La propria auto è il primo antivirus ma è subito sotto attacco

Da oggi e nel prossimo breve periodo deve ripartire tutto se non si vuole mettere in cantiere un ulteriore aggravamento della crisi economica con una epidemia altrettanto e decisamente più grave.

Questo almeno per tentare di fare qualcosa anche se non sono pochi ad optare per un’attesa alla ripresa dell’attività anche per non perdere quelli che sono gli aiuti di stato come cassa integrazione ed affini.

In effetti tutta questa euforia sulla ripresa nella commercializzazione generalizzata contrasta con quelle che sono state le condizioni d’emergenza economica generalizzata sinora-

Nel tutto vi è solo una certezza: il ricorso all’utilizzo della propria automobile come antivirus per quegli spostamenti su una certa distanza, e per ragioni di sicurezza onde evitare di essere oggetto di possibili attenzioni per borseggi e reati assimilati in particolare con l’uso della bicicletta e la necessità di prendere confidenza con l’utilizzo della mobilità assistita sia per le biciclette sia per i monopattini.

Ieri sera ho visto un “rider”, che rider non era, carambolare a terra perché la ruota anteriore del suo monopattino ha impattato in una buca, sembra nessun danno alla persona ma di sicuro alla pizza in consegna.

Il tutto da ascriversi anche al baricentro molto alto rispetto alle dimensioni delle ruote ed all’instabilità dell’appoggio.

Un obbligo, l’utilizzo dell’auto, dettato dall’insicurezza nell’utilizzo del mezzo pubblico, a fronte di un possibile contagio, anche per il problema del numero di posti limitato e quindi della necessità di poter vedere amplificati i tempi di trasferimento per garantirsi di arrivare in orario a destinazione.

Con la diminuzione dei posti disponibili sugli autobus non è stata, ovviamente per motivi economici, intensificata la presenza dei transiti disponibili.

La propria auto pertanto diventa ancora più probante anche per quanto potranno essere i momenti per poter avere del tempo libero da dedicare a se stessi anche per la ripresa psicologica delle abitudini temporali dedicate alla persona stando ben attenti a non infrangere le misure di sicurezza anti contagio.

Subito si è scatenato l’attacco concentrico al possibile aumento dell’inquinamento quando è ormai appurato che l’automobile contribuisce solo al 25% del livello globale dell’inquinamento.

Quando in momenti di traffico zero si sono toccati livelli delle MP10 in città da vero record assoluto per 4-5 giorni, che non si erano mai raggiunti in precedenza, con valori compresi tra i 70 ed i 99 microgrammi, nessuno degli stessi ha fatto sentir la propria voce, anzi la cos è stata fatta passare sotto silenzio quasi in modo omertoso.

Purtroppo esiste una incapacità o volontà manifeste nel voler cercare di ridurre questi problemi con interventi mirati a tutto quanto ruota attorno ad un miglioramento nell’utilizzo dell’auto per quei punti critici che sono ben noti agli utenti ma “inesistenti” per i burocrati.