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I delatori non muoiono mai

Nel pomeriggio stavo effettuando una delle periodiche passeggiate, dovrebbero essere 2-3 per almeno 10.000 passi a giorno, cui sono costretto per limitare ulteriori danni alla mobilità ed in particolare alle funzioni di circolazione agli arti inferiori, oltre quelli che mi sono già stati causati dall’ottima sanità della Emilia Romagna che mi ha azzoppato in una operazione evidentemente sbagliata di arto protesi.

Devo camminare obbligatoriamente con l’ausilio di due stampelle archibrachiali e busto di tipologia A perché non si sa mai come risponde la gamba nell’attimo in cui la stessa va in appoggio non si sa come spinga sul bacino.

Come al solito ero a pochi passi da casa quando sono arrivati due Agenti della polizia Municipale, in motocicletta che mi hanno intimato di rientrare in casa.

Agenti che sono venuti di certo chiamati dalla solita segnalazione anonima di uno dei residenti, in quanto nella strada il passaggio delle forze dell’ordine è di solito legata all’ ultimo giorno di febbraio di un anno bisestile, quasi mai o solo quando qualcuno li chiama anonimamente se pensa di colpire qualcuno come è successo di recente con un residente che aveva momentaneamente parcheggiato, solo parzialmente su uno stallo per handicappati.

Gli agenti sono stati da una parte perentori, “Lei il moto lo deve fare stando in casa“. Frase su cui non sono stato a contestare in quanto la stessa si commentava da sola.

Anche se poi si sono allontanati senza ulteriore verifiche e la cosa mi ha stuzzicato ad andare a controllare se ero in regola con quanto sciorinato ed ho scoperto di essere perfettamente in regola con le limitazioni del decreto, oltre al fatto che sono solito usare la mascherina di protezione FFP3.

Unica cosa di cui ancor oggi si ostinano a non renderne l’obbligatorietà quando ci si trovi all’esterno.