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Ci fanno o ci sono

Ci fanno o ci sono.

Gli “scienziati” spiegano che la vera possibilità di contagio e diffusione del Covid-19 è per la maggior parte percentuale causata da quanto contenuto nell’espirato e nella utilizzare la parola.

Dicono, da rilevamenti in studi scientifici particolareggiati, che, anche con una emissione violenta, starnuto o colpo di tosse, il tutto, per la forza di gravità entro i 182 centimetri dall’origine dell’emissione tutto decade sul terreno.

Nella normalità questa “decadenza” è entro gli 80-90 centimetri e quindi la distanza minima di sicurezza è stimata in 100 centimetri, 1 metro.

Quella “obbligatoria” da mantenere sempre per precauzione.

Poi dissertano che le mascherine possono essere un “filtro” a fronte di quanto espirato ed emesso da naso e bocca.

Impediscono la diffusione indiscriminata nell’aria, ma non hanno un effetto attivo, riparare da ciò che è emesso da chi non sta facendo uso della mascherina.

Su io con la mascherina di “tessuto” limito la possibilità verso terzi, ma se i terzi hanno anche loro la mascherina pian piano il cerchio si chiude.

Deduzione finale mi sembra logico, se capisco ancora la lingua italiana, che l’uso della mascherina primo non ha forti o letali contro indicazioni, ma è un coadiuvante a non peggiorare più di tanto il nostro stato di salute.

Se le mascherine, invece di essere state “denigrate” e sbeffeggiate come assolutamente inutili, vedasi commenti sul governatore della Lombardia, fossero state rese obbligatorie, quando non vi erano ancora le attuali restrizioni in essere, se ne fosse stata resa obbligatoria la produzione di scala con le stesse riconversioni industriali di oggi, avrebbero potuto, anche solo di una 10-20% almeno, ridurre il disastroso ed attuale risultato odierno, sulla pelle del personale sanitario.

Analogamente come mai si è atteso sino all’oggi ad allertare e movimentare il personale sanitario militare che non credo sia tutto di laurea attuale?

Non ci fanno, ci SONO.