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Dalle Ardenne alle Ardenne dove Vettel ha vinto per l’ultima volta con la Ferrari

E’ vacanza. I meccanici ed i tecnici della F1 si concedono un periodo di meritato riposo per cercare di ricaricare le batterie in una stagione in cui alla Ferrari,ed ai suoi piloti, è successo di tutto e di più.

Sono quasi 365 giorni che Sebastian Vettel non sale sul gradino più alto del podio, per un motivo o per un altro. Anche il Canada infatti una penalizzazione, su cui vi sarebbe ancora tanto da discutere, ancor più di quello che sta succedendo al governo in Italia, ha penalizzato il tedesco che invece sotto la bandiera a scacchi è transitato per primo.

15 giorni di ferie poi la squadra ha tempo 48 ore per allestire definitivamente le due SF90 da spedire alla volta delle Ardenne dove, ai mormorii che si percepiscono a Maranello e dintorni, l’unica arma disponibile sembra essere la difesa, salvo “miracoli” dell’ultima ora.

Non è che la SF90 sia una monoposto sbagliata, solo che non è al momento all’altezza delle prestazioni della Mercedes cui si è inserito anche un arrembante recupero della Red Bull che sta usufruendo di un buon incremento prestazionale a livello di motore.

Il progetto della SF90 è quello che è e sta dando un proprio 100% fermo restando che vi sono delle situazioni collaterali che non godono della lucidità e dell’affidabilità necessarie.

Strategie, affidabilità, pit stop che sembrano essere l’ombra di quelli di una volta, piloti che sbagliano, qualche volta di troppo. Sia Vettel sia Leclerc che sta ammettendo tutti i propri errori di cui si spera faccia tesoro. Una percentuale del 33%, sinora, è un po’ troppo per un pilota che sembrava avere delle aspirazioni mondiali.

Il prossimo appuntamento, inizio dalla fase conclusiva del campionato, è a Spa Francorchamps. Ultimo tracciato che ha visto Sebastian Vettel acquistare tutti i 25 punti spettanti al vincitore, transitando per primo sotto la bandiera a scacchi.

Si corre a due passi da casa sua e da quel kartodromo dove lui è nato, agonisticamente parlando, crescendo nel mito di Michael Schumacher. Si corre a pochi chilometri dalla sua abitazione e non si esclude che in Belgio approdino suoi connazionali in quanlità di spettatori, per fare il tifo.

Circuito che si può definire completo nella sua lunghezza, con delle caratteristiche che da sempre sono amate ed esaltate dai piloti veri e che ne fanno un tracciato completo anche per la variabilità del clima. In un attimo si può passare da un sole cocente in zona box ad una pioggia torrenziale nel raccordo che ne accorcia la lunghezza a fronte delle origini.

Ecco pertanto che la strategia di gara deve tenere conto di queste variabili.

La versione attuale della SF90 non sarebbe la monoposto ideale in questa stagione, stando alle simulazioni che avevano già messo in allarme per la gara d’Ungheria, dove si temeva il doppiaggio.

A Spa è necessario poter abbinare prestazioni velocistiche molto elevate, che oltre alla potenza erogata dl motore si ottengono con una riduzione del carico aerodinamico dato dall’incremento nell’incidenza di Spoiler ed Alettoni, avendo parallelamente quello stesso carico necessario a mantenere le monoposto attaccate al terreno senza mortificare la velocità massima, pertanto ottenuto dalla parte centrale e sottostante della monoposto. E’ propio quella parte di carico che oggi manca alla SF90 per consentire ai piloti di sfruttare l’acceleratore in posizione “flat” dove questo è necessario.