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E’ una mobilità assurda la responsabile della quota di inquinamento “accreditata” all’auto. Si applichi lo smart già a quanto esiste oggi

E’ la mobilità arcaica e non certo ad un livello “smart” la vera causa responsabile per cui le auto vengono accusate, a torto, della responsabilità globale e totale per l’inquinamento che è assodato essere invece solo del 25%. Le auto sono le sole a pagarne le conseguenze con le limitazioni stringenti alla circolazione.

L’elenco delle problematiche che rendono le auto “inquinanti”, fermi restando alcuni casi in cui esiste una responsabilità soggettiva dei proprietari “guidatori” che non ne curano una corretta manutenzione, sono molteplici.

Per prima cosa c’è la mancanza di una regolamentazione diretta che consenta immediatamente di verificare le vetture, e relativi proprietari, che non sono state sottoposte ai controlli di legge che sarebbe comunque opportuni riportare a scadenza annuale e sanzionarli opportunamente.

Controlli che equivalgono anche alla opportunità di avere un consumo “pro capite” inferiore e quindi, comunque, il tutto equivale ad un risparmio economico effettivo per un minore consumo di carburante

Minor consume che potrebbe essere incrementato se vi fosse una concreta revisione di parecchie situazioni in città per cui per andare da un punto A a quello B oggi bisogna percorrere delle distanze che oggi sono doppie o triple rispetto a quelle effettivamente necessarie.

Situazione che ancor oggi rimane invariata anche quando si realizzano nuove “infrastrutture” relative alla viabilità che hq comunque un difetto di base: la viabilità che si irradia da Modena centro è ancora e lo sarà per sempre quella che esisteva alla fine dell’ 800 quando la mobilità veicolare era inesistente.

Un esempio: il solito ingorgo chilometrico che si crea a Modena Ovest quando vi sono manifestazioni al quartiere fieristico e si blocca anche l’asse che coinvolge il casello autostradale con un conseguente iperbolico livello di inquinamento, lo stesso che si evidenzia alle partite di calcio ma di cui nessuno vuole prendere coscienza, anzi.

Parlare di città smart è sacro santo ma lo stesso concetto di smart lo si dovrebbe applicare, ed è ampiamente possibile, alle infrastrutture semaforiche, per citare solo un altro esempio.