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FERRARI F1

Ma quale mistero nasconde quel cordolo come fa notare Vettel ai suoi tecnici?

Contrariamente a quanto è avvenuto in passato, questa immagine della passeggiata in pista è quanto mai eloquente e sta a spiegare in modo concreto ma pur sempre “riservato” cosa nasconde quel cordolo sul tracciato del Red Bull A1 Ring, durante il tradizionale appuntamento del giovedì in cui piloti e tecnici della Ferrari vanno a prendere ispirazione.

Sebastian Vettel, dal volto accigliato e quasi preoccupato, deve aver fatto un commento che ha fatto scattare l’interesse dei suoi accompagnatori. Tutti a guardare attentamente.

Il suo ingegnere di pista, inoltre, si vede come stia saggiando con la propria scarpa quale è la situazione nella parte estrema, quasi fuori pista, del cordolo stesso. Forse lo spessore del dislivello esistente.

Ne stanno valutando la configurazione del disegno ed anche il livello di aderenza perché evidentemente lo stesso cordolo, come anche qualcun’altro, avrà tutta l’idea di essere un protagonista delle traiettorie con cui il pilota tedesco vuole indirizzare la propria SF71H per essere veloce e competitiva.

Molta attenzione, come si vede tutti hanno un ombrello a portata di mano, prestato a quello che potrà essere il differente livello d’aderenza tra l’asfalto e l’alternarsi della doppia colorazione,oltre alla scalinatura, del cordolo stesso, per valutare sia in condizioni d’asciutto, ma in particolare in caso di pioggia sino a quale punto ci si possa spingere senza correre troppi rischi di “perdere” il posteriore della monoposto.

Queste sensazioni faranno parte anche delle sensazioni da trasmettere al simulatore di guida per avere ulteriori informazioni utili.

Parallelamente il gruppo sta valutando quale possa essere l’altezza minima dall’asfalto cui ci si può spingere, nella definizione dell’assetto migliore.
Questa misura, senza che la stessa possa mettere troppo a rischio l’integrità della parte aerodinamica inferiore che su questo tracciato ha il compito di dare la percentuale maggiore del carico necessario.

C’è infatti la volontà di scaricare il più possibile l’incidenza dell’ alettone per non dover pagare in “dissipazione” di troppi cavalli, a fronte della velocità massima raggiungibile ed anche i tempi in cui la stessa si può mantenere, nel tempo, lungo i tratti più veloci.