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Ferrari pensiero: Gran Premio dell’Azerbaijan – Un circuito senza compromessi

A Baku per una trasferta tra due continenti

Asia o Europa? Quando si parla di Baku e del GP dell’Azerbaijan il dubbio è legittimo.

Geograficamente la repubblica caucasica si colloca nel continente asiatico ma fa parte del Consiglio Europeo e infatti anche l’edizione inaugurale, nel 2016, era denominata GP d’Europa.

Dal punto di vista logistico, però, le cose sono abbastanza chiare: il GP azero chiude il primo round di trasferte “lunghe”.
Il materiale della Scuderia Ferrari è in gran parte arrivato direttamente dalla Cina, e solo dopo la gara di domenica rientrerà in patria per essere revisionato in vista della Spagna.

Intanto ci si prepara – già dal fine settimana – a questo Gran Premio su un tracciato tutto particolare e senza compromessi. Sei chilometri in senso antiorario, una ventina di curve, quasi tutte ad angolo retto, nella parte vecchia della capitale, il “gomito” più stretto del mondiale nel passaggio alla Torre della Vergine e, per finire, due chilometri a tutto gas lungo la Prospettiva affacciata sul Mar Caspio. Che di notte è anche piuttosto suggestivo.

Anche gli assetti sono senza compromessi: il lungo tratto rettilineo impone un’aerodinamica a basso carico, per sfruttare tutta la velocità e per poter attaccare e difendersi in gara. Anche se il manto stradale viene preparato in vista del Gran Premio, certe caratteristiche negative dei tracciati cittadini (come la sgradita presenza di sacchetti di plastica) sono quasi inevitabili. La scelta delle gomme è orientata verso le mescole morbide con Soft, Supersoft e Ultrasoft.

nell’immagine a.stefanini: Kvjat a fiorano con la sf71h nello sviluppo delle gomme da pioggia