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Il circuito di Albert Park cosa pretende dai pneumatici.

A Melbourne il circuito di  Albert Park è uno di quelli che viene definito  stradale semi-permanente e che pertanto non viene frequentato  molto nel corso l’anno, quindi ha un difetto di base: è particolarmente ‘sporco’ e scivoloso a inizio weekend.
I rettilinei ovviamente non sono lunghi e le velocità di percorrenza in curva sono generalmente catalogate tra quelle considerate: medio-basse.
Tutte le curve sono differenti tra di loro e pertanto caratterizzate da un’aderenza differente e questo è un elemento su cui si deve lavorare molto per il consumo del battistrada per sollecitazioni “strane”.
I carichi laterali non sono di quelli particolarmente elevati.
Il livello di usura e quello di degrado è considerato nel complesso fra quelli che vengono considerati abbastanza ridotti.
Nel 2017 la maggior parte dei piloti ha optato per un solo pit stop, come hanno fatto i primi tre che si sono presentati nell’ordine sul traguardo.
Hanno adottato una strategia che ha visto l’utilizzazione delle ultrasoft abbinate alle soft.
Quest’anno le mescole più morbide potrebbero far cambiare lei strategie e quindi portare a maggiori livelli di usura e degrado.
Situazione che si concretizza con un maggior numero di ingressi ai box per effettuare  il cambio gomme.
Il tutto però deve tenere conto che il tempo di percorrenza complessiva nella pit lane è di circa 25 secondi.
L’ingresso della safety car è sempre stato molto probabile: nel 2006 è entrata in pista e rallentato le monoposto per quattro volte.