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UNIMORE: quando si decideranno a fare corsi avanzati per ingegneri specializzati in viabilità?

Unimore ogni anno o quasi si inventa, giustamente, qualche corso di laurea più o meno dedicato all’automobile ed alle proprie sfaccettature per cercare di avere un futuro in cui l’automobile sappia essere protagonista in sicurezza, nella riduzione dell’inquinamento e tutto quanto con essa correlata.

L’unica cosa di cui non si sente parlare sono corsi di laurea  avanzati che siano atti a preparare ingegneri che siano esperti in mobilità che sappiano distinguere da strade che sono solo lunghi serpentoni di vetture in fila e strade in cui invece la mobilità, ovvero il continuo anche lento movimento, abbia la propria espressione.

Non andiamo a toccare il discorso della sicurezza che è un tasto dolente ed inesistente.

Certo che la mobilità in Italia, ed a Modena in particolare, ha un ritardo che si può valutare oltre i 40 anni e prossimi ai 50 per quanto riguarda le strutture che sarebbero state necessarie per essere al passo con i tempi di sviluppo della mobilità privata a fronte di una grave assenza di quello che si può definire, sic, il trasporto pubblico.

E’ ovvio, che ora e nel prossimo futuro, cercare di mettere una “toppa” a questo disastro è una impresa titanica,  anche costosa e che chiede delle professionalità.

Il settore non interessa agli amministratori che parzializzano il traffico con provvedimenti che non danno i risultati sperati e non vanno a controllare e far rientrare nella norma tutte le altre fonti d’inquinamento che rappresentano un 70-75% di quello globale. La loro presenza non è penalmente sanzionabile con le normative in essere.

Le limitazioni al traffico servono solo per salvaguardare le “imputazioni” penali, che risalgono dalla Commissione Europea, nei confronti degli amministratori i cui territori sforano i limiti annui imposti.

La stessa Commissione Europea non ha però codificato, o non lo fa rispettare, il concetto di mobilità e delle strutture, parcheggi per esempio, che sono necessari con sanzioni, penali, analoghe.

Quando si tocca il discorso mobilità gli amministratori adducendo la mancanza di finanziamenti necessari, da utilizzare per migliorare il traffico mentre spendono e spandono per l’inserimento di costose piste ciclabili, la cui presenza va troppo spesso a d essere limitativa della mobilità automobilistica.

Parallelamente il loro utilizzo è disatteso dai destinatari di questi percorsi senza che gli stessi vengano minimamente sanzionati, stante le assenze o la decretazione dei dati da parte di coloro che sono depositari dei controlli relativi alle normative del Codice della Strada.

Se le automobili inquinano lo fanno perché sono costrette a muoversi in una viabilità che è quanto mai inquinante perché non idonea ed adatta alle necessità del momento attuale. Un esempio per tutti: la gestione degli impianti semaforici, notte tempo.

Hanno in pratica le stesse tempistiche di programmazione a fronte dei maggiori flussi di traffico presenti nella giornata e quindi  accade spesso che, sulle main street, vi siano auto ferme mentre dalle strade laterali non vi è nessun accesso veicolare nonostante il via libera del semaforo verde. Semafori “intelligenti” potrebbero essere un primo passo.