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F1:a rischio implosione

La F1 ha intrapreso una strada che potrebbe portarla all’implosione. Ovvero a creare il massimo di disinteresse tra i media e sopra tutto tra gli appassionati che la seguono dal vivo e davanti ai teleschermi. I dati parlano chiaro e quanto succede sui tracciati non fa altro che portare ad un distacco graduale nella sintonia delle cose. Non sto a riferire quanto mi hanno detto persone che hanno l’automobilismo, non solo la Ferrari, che scorre nel sangue. Sono disgustati allo stesso livello di quello con cui gli italiani sono disgustati dalla politica e non vanno a votare, neanche turandosi il naso. Ormai non si capisce più quanti sono i piloti che guidano effettivamente una sola monoposto in gara tra Virtual Garage, simulatori  ed altre diavolerie del genere. Tutto utilizzato mattina, pomeriggio sera, sino ad un attimo prima della partenza ed anche durante la gara. Sembra che in Mercedes, tra la sede operativa della squadra e quella della sezione motori, arrivino ai computer dei box decine di informazioni e suggerimenti nell’arco di frazioni di minuto. Cosa fare, disfare, cambiare e suggerire. Per lo spettatore le cose sono un pò troppo caotiche anche se in effetti, quanto successo in Ungheria tra giochi di squadra, “delitti” di squadra ed altro,  erano situazioni in essere anche quando il rapporto di comunicazione tra i box ed i piloti avvenivano con esposizione di cartelli, bandiere e fazzoletti di colore differente sventolati con mani differenti e  sempre “criptici”, dalle postazioni di supporto che ogni squadra piazzava lungo i circuiti per informare il proprio pilota quanto prima senza aspettare il successivo passaggio davanti ai box. Oggi però tutto lo vedi e lo senti all’istante, anche se in effetti certe situazioni sono comunque posticipate di un qualcosa per la TV e che invece ogni team sente in diretta. La vittoria della Ferrari è sempre un grande aiuto per la F1, in cui la maggioranza delle scuderie e dei piloti corre più per battere la Ferrari che per il  piazzamento assoluto. Non è certo un corroborante la litigiosità tra compagni di squadra punite spesso con una forbice ampissima di considerazioni. Questo, nel momento in cui su tutti i tabelloni possibili ed immaginabili si legge della politica della Fia a favore  della sicurezza stradale. Apice l’imbarazzante situazione di Vettel tirato per le orecchie da Jean Todt, in quanto testimonial della campagna Fia. Per non parlare poi di tutte quelle situazioni che sono comparse evidenti dopo che i tecnici della Fia, Inquisitori per il rispetto del regolamento, hanno fatto arrivare tanti nodi al pettine.La seconda parte del campionato sarà molto importante peritare che l’implosione si concretizzi per il prossimo futuro. Non dimentichiamo che è mancata la Manor, lasciata “morire” proprio perché così vi sarebbe stato un concorrente in meno con cui dover lottare per suddividere i premi in denaro. Alcuni circuiti stanno palesando di essere arrivati al limite economico della sopportabilità nell’ organizzare gli eventi. Silverstone e non solo hanno cominciato a mettere del punti sulle i. Nelle ultime riunioni, per quanto concerne il futuro tecnico e motoristico  della F1 vi è un parametro su cui tutti battono la riduzione dei costi. Un allarme per il Circus viene da quanto sta succedendo nelle gare  sulla distanza per vetture coperte. I costruttori veri, si sono man mano ritirati dalle categorie di punta, buona ultima la Porsche i cui vertici economici non trovano giusti i parametri esistenti tra investimenti e riscontri. Poi c’è una concorrenza che per ora viaggia quasi nell’ombra della “clandestinità”, quella delle gare cittadine riservate alle monoposto solo elettriche. Sono il polmone di sfogo per piloti del passato e di coloro che non riescono ad approdare in F.1. Sono sempre di più i costruttori che mostrano molto interesse sportivo ed economico inquinanti questa direzione a partire già dal prossimo anno.