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Vettel fa la differenza ma Raikkonen non gli è certo da meno

La Ferrari ha sbancato Montecarlo. E’ stata una lunga attesa che è stata ripagata un fine settimana che non ha lasciato dubbi su quello che sarà il futuro: lavoro, lavoro, lavoro. Martedì mattina, appena dopo il debriefing è programmata una serie di presenze, di un pò tutti i piloti abilitati, al simulatore di guida. Oltre alla rifinitura delle strategie per il G.P. del Canada si guarda al futuro prossimo a scadenze quindicinali con la sola settimana di tempo per la trasferta tra Ungheria ed Inghilterra. Un dominio incontrastato, appunto in cui Sebastian Vettel ha dimostrato che ha saputo conquistarsi la vittoria con una serie di giri veloci che ha mandato letteralmente in bestia Kimi Raikkonen Il finlandese con il suo atteggiamento, fine gara, non lascia dubbi sulla sua interpretazione tattica della gara. Ha ragione ad essere amareggiato, dopo una splendida pole ed una partenza magistrale non capisce che c’erano delle ragion di squadra perché a vincere questa gara fosse Vettel. Si doveva dargli l’opportunità di distanziare quanto più possibile l’avversario più temibile, Hamilton decisamente in giornata grigia, tanto da accontentarsi di stare alle spalle di Sainz perché il rischio di guadagnare 2 soli punti non valeva la candela. Anche con la vittoria, a parte il prestigio la posizione nel campionato di Raikkonen non sarebbe cambiata. Oggi invece i 25 punti di vantaggio di Vette sono oro colato. Ultima cosa si deve ricordare che è il pilota che guida la monoposto, che sente dal vivo come funzione tutto l’apparato e che quindi può interpretare i “suggerimenti” della squadra almeno per un paio di giri in cui saggiare quanto ha di “riserva” o se effettivamente bisogna rispondere immediatamente. Come ci fu un chiarimento in passato in cui effettivamente, risultati alla mano, hanno dato ragione da Iceman, oggi forse c’è di nuovo la necessità di sedersi attorno ad un tavolo dando le giuste interpretazioni alle parole del presidente Marchionne

“È arrivato quello che aspettavamo da tanto tempo, una gara che entrerà nella nostra storia. Non solo una vittoria, ma una doppietta in un Gran Premio di grande tradizione come questo di Monaco, dove la Ferrari aveva vinto l’ultima volta nel 2001, anche allora con una doppietta, di Schumacher e Barrichello”.

“Oggi -conclude- è stata una gara davvero emozionante dove si è vista la vera Scuderia. Complimenti ai piloti e, ancora una volta, a tutta la squadra, quella in pista e quella che ha lavorato sodo e continua a lavorare giorno dopo giorno a Maranello su questa monoposto che finalmente riesce a regalare ai nostri tifosi le soddisfazioni che meritano”.

La squadra, la Scuderia, appunto e Raikkonen deve entrare in questa ottica dimostrando di essere l’ombra di Vettel. Ovvero colui che in caso di necessità sappia dare quello che Marchione, Arrivabene e tutti quelli che lavorano a Maranello si aspettano da un pilota che corre e rappresenta la Ferrari nel mondo. Do ut Des e pertanto bisogna che il suo sforzo e partecipazione vengano comunque ricompensati.