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G.P. Monaco: tutti in pista appassionatamente la pista è stretta e le monoposto sono più grandi di 20cm.

Montecarlo: Tutti in pista appassionatamente sin dal primo minuto in cui il semaforo verde darà il via libera per entrare sul percorso del tracciato stradale di Montecarlo. Ci sono due situazioni da “definire”: riprendere confidenza con la nuova larghezza delle monoposto. 10 com per parte a fronte della linea mediana di fronte al pilota, pulire e gommare quanto prima l’asfalto che sono ieri sera e nel tardo pomeriggio di oggi verrà riaperto al traffico. Le spazzatrici stanno facendo del loro meglio per raccogliere la polvere grossolana e tutto quanto vi possa essere sull’asfalto, anche se solitamente le strade del principato sono molto pulite a confronto con quelle delle nostre città.  Ovviamente il riprendere confidenza con la larghezza della monoposto e dello spoiler anteriore è basilare per sfruttare al massimo la carreggiata esistente che non lascia grandi margini di direzionali. Anzi qui il millimetro è d’obbligo. Ci sarà anche da riprendere confidenza con i “sorpassi” perché 20+ 20 fa 40cm di un fonte di maggiore necessità, almeno 45 cm. di strada libera per evitare il contatto. Ecco pertanto che riprendere il filo con le traiettorie del passato, di alcuni anni or sono, con cui alcuni, per non dire tutti, i piloti non hanno avuto occasione di fare esperienze. Da queste contingenze nasce anche la necessità di non sbagliare. Se ciò succede si deve sperare di poter rientrare ai box, anche zoppicando, per consentire ai meccanici di intervenire, per quanto possibile, altrimenti la sessione di prove è persa e la necessità di una messa a punto precisa, sia per l’assetto, sia per la scelta delle gomme diventa una chimera. Qui entra in gioco, in modo ancora più pressante, rispetto agli appuntamenti del mondiale, il lavoro che viene fatto nelle singole sedi dei team di maggiore importanza con qualcosa di analogo a quello che in Ferrari chiamano “remore garage”.  Terzo punto all’odine del giorno: le simulazioni gara per far si che il pilota riacquisisca la necessità di una concentrazione massima nel tempo e non solo per pochi giri di in e out dal percorso. Tutto il discorso si conclude con questa tesi: bisogna partire dalla pole, bisogna transitare per primi alla curva di santa Devota, poi bisogna scappare come una lepre per acquisire il vantaggio necessario per effettuare un cambio gomme  senza correre il rischio di rientrare impantanati nel traffico. Se non si riesce a scappare, bisogna mantenere delle traiettorie, di certo non ideali ed antiche ed etiche (il fine giustifica i mezzi), ma in grado di occupare il massimo della sede stradale ed impedire un sorpasso che non sia azzardato al massimo.