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Alessandro Misley oggi in pista a Misano, ieri a seguire un Rally sempre in Romagna è il dottore che cercò di salvare Ayrton Senna

MODENA. Alessandro Misley è il dottore che ha avuto l’impatto diretto professionale con quanto successo ad Imola nel 1994 per Ayrton Senna. Pensionato da un paio d’anni è ora medico federale per conto di ACI. Ieri era ad un Rally in Romagna, oggi in pista a Misano a seguire test di Moto. Sino a due anni or sono era il medico “prediletto” dalla Ferrari per averlo presente durante i test a Fiorano. Varano, Misano ed un po Imola sono i circuiti su cui ancora ‘è in servizio gara.

“La morte di Senna è stata una sconfitta della medicina ma in effetti non vi era nulla da fare, se avesse avuto l’attuale collare Hans forse, forse si poteva sperare. Senna è il caso che ha fatto clamore. Io di casi analoghi ne ho vissuti tutti i santi giorni e quando mi ci sono trovato ho dovuto sempre saper scindere la parte “tecnica” del mio intervento di medico specialista, dall’emotività che è quasi impossibile annullare totalmente.”

Ora ricordiamo quell’incontro del 2 maggio a Modena presso il Policlinico dove prestava servizio  riproducendo l’articolo redatto e pubblicato sulla Gazzetta di Modena.

“Fisico forte, capigliatura un pò scomposta, gli occhi nascosti dagli occhiali che vogliono nascondere il dolore, forse profondo, della sconfitta. E’ Alessandro Misley 42 anni sposato con 3 figli, dottore, rianimatore, che nel quotidiano interviene in tanti casi simili a quelli che lo hanno visto protagonista nel week end di Imola. E’ il dottore che é intervenuto, a fianco di altri colleghi, nel disperato tentativo di riportare Ayrton Senna ad essere ancora tra noi. Ha vissuto a fianco del pilota gli attimi in cui la medicina si é trovata sconfitta da una situazione che é stata giudicata irreversibile sin dal primo momento in cui gli specialisti si sono trovati ad intervenire. E’ stato al fianco di Senna nel volo sull’elicottero verso l’ospedale maggiore di Bologna e nei momenti successi, sin quasi al fatidico verdetto “legale”.

” Sono 4 anni che sono di servizio al G.P. di S.Marino ma mi auguro di non dovermi più trovare in una situazione del genere. Al venerdì la chiamata per Barrichello, l’intervento ed il recupero vitale del pilota. Sabato i momenti di ansia per Ratzenberger in cui però é intervenuta un altra squadra ed infine il momento in cui, dopo poco più di 10 minuti dall’inizio della gara, la chiamata per effettuare un inter vento al “Tamburello”. Ci siamo mossi dalla nostra postazione non appena é transitato l’ultimo concorrente a seguito della esposizione della bandiera rossa. Non sapevamo cosa fosse successo. Solo mentre ci stavamo avvicinando per radio abbiamo saputo di Senna. Quando siamo arrivato sul posto il pilota era già estratto dalla vettura ed abbiamo fatto gli interventi del caso. La situazione si é presentata subito disperata. Il pilota perdeva copiosamente sangue dalla bocca, naso ed orecchie. Segno evidente della frattura per la base cranica. Vi erano anche delle fuori uscite di materia cerebrale.”

“Ci siamo trovati di fronte ad un trauma devastante-continua senza riuscire a nascondere una forte emozione- ed abbiamo fatto tutto quello che era umanamente possibile per attaccarci alla più flebile delle speranze. In elicottero assieme ai colleghi Gordini e Cosco siamo intervenuti ad effettuare una tracheotomia per dare una maggiore possibilità di ventilazione a seguito delle forti perdite di sangue. L’abbiamo effettuata in volo. Tutto é stato inutile”

Usa il plurale ma molti suoi colleghi che lavorano alla centrale di Modena Soccorso dove ieri Misley era in servizio, sono pronti a giurare che vista la sua esperienza e capacità sia stato proprio lui il centro delle operazioni.

” In quei momenti si mette a disposizione tutta la propria esperienza acquisita. Non si pensa ad altro. Si deve salvare una vita, qualsiasi essa sia. E’ l’impegno quotidiano in cui cerchiamo di trasferire in una direzione o nell’altra l’esperienze che si fanno. Pensi che mercoledì scorso eravamo stati alla Minardi per effettuare le prove di “estricazione” del pilota dall’abitacolo. Volevamo fare il massimo di esperienza con il CED una apparecchiatura che consente di imobilizzare la spina dorsale ed il collo per evitare ulteriori lesioni. Ci hanno messo a disposizone una scocca per migliorare questa tecnica visto che quest’anno sono state approntate due vetture con una apposita squadra d’intervento.”

“Quando é rientrato in famiglia cosa le hanno chiesto i suoi figli?”

“Avevano visto tutto per televisione,mi avevano anche riconosciuto. Anche per loro é stato un momento molto brutto. Hanno capito il mio stato d’animo. A suo tempo ero intervenuto anche per soccorrere Tamara Vidali.”